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Case green sanzioni

Case green, sanzioni per chi non si adegua alla direttiva?

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Sono previste sanzioni per chi non si adegua alla direttiva case green? Quali sono? Ecco tutto quello che devi sapere

Il Parlamento Europeo ha rinviato a dicembre 2023 la discussione finale circa la direttiva case green. Si sente parlare sempre più spesso della EPBD, poiché è una grossa manovra volta a ridurre le emissioni di Co2 fino al 55%  entro il 2030. Un obiettivo ambizioso che potrebbe portare ad un miglioramento energetico sostanziale e significativo. Per essere in linea con la direttiva e per verificare le prestazioni energetiche del tuo edificio, puoi utilizzare il software certificazione energetica, anche in vista di possibili sanzioni che potranno colpire chi non si mette in regola con la direttiva. In questo articolo ci soffermiamo proprio sull’aspetto delicato delle sanzioni, uno spettro per tutti: le sanzioni per chi non si adegua alla direttiva case green.

Case green sanzioni

La direttiva case green ha suscitato molte preoccupazioni tra i proprietari di immobili, dato che impone requisiti rigorosi sia per gli edifici in costruzione sia per quelli già esistenti. Entro il 2030, infatti, tutti gli edifici dovranno essere altamente efficienti dal punto di vista energetico, al fine di ridurre il consumo energetico nel settore edilizio entro la scadenza prevista.

Per conseguire tale obiettivo, tutti gli immobili dovranno raggiungere la classe energetica E entro il 2030 e la classe energetica D entro il 2033. Per quanto riguarda i nuovi edifici, dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028. Questi requisiti pongono una sfida significativa per il settore immobiliare e richiedono un impegno importante verso l’efficienza energetica e la sostenibilità.

Tutto ciò potrebbe comportare modifiche anche all’Attestato di Prestazione Energetica (APE), che è il documento che indica il livello di efficienza energetica di un edificio, variando dalla classe A, la più efficiente, alla G, la meno efficiente. Inoltre, in conformità con le disposizioni della direttiva, ogni nazione ha il potere di concedere esenzioni fino al 22% degli edifici situati nel proprio territorio.

Case green 2030 sanzioni

Viste le regole molto rigide da rispettare, si è sempre parlato di possibili sanzioni da evitare. Ci si chiede quali sono le sanzioni previste per chi non si adegua. Nella proposta presentata dalla Commissione Europea il 15 dicembre è scomparso il divieto di affitto/vendita degli immobili a scarso rendimento energetico. Ci sarebbe, però, una novità in merito alle sanzioni case green che mescolerebbe di nuovo le carte. Pare che l’idea di introdurre sanzioni e divieti sia spuntata durante l’ultima riunione dei vertici europei, ma non ci sono documenti ufficiali che lo attestano. Secondo Bruxelles le penalità e le sanzioni dovrebbero essere dissuasive, proporzionate ed effettive.

Sembrerebbe, quindi, che i nuclei familiari che non raggiungeranno la classe energetica “E” entro il 2030 subiranno pesanti sanzioni pecuniarie e inoltre non potranno vendere né affittare i loro immobili. Si delinea un altro danno oltre alle sanzioni: la svalutazione dell’immobile.

L’articolo 31 sarebbe quello incriminato.

Direttiva UE case green sanzioni

Sembrerebbe che il 12 ottobre 2023 le istituzioni europee (Parlamento e Consiglio, con la mediazione della Commissione) abbiano analizzato gli aspetti più delicati e spinosi del testo della direttiva case green.  Tra i temi discussi: le sanzioni case green. Il capo negoziatore per il Parlamento, Ciaran Cuffe afferma:

Il Parlamento europeo ha dimostrato flessibilità e voglia di trovare soluzioni in questi negoziati, e sono fiducioso che troveremo un accordo prima della fine del 2023

La tanto attesa riunione del 12 ottobre ha portato, però, ad un rinvio a dicembre della riunione.

Sanzioni case green

Secondo la dichiarazione del presidente della Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, la riunione del Trilogo del 12 ottobre:

è stata un’accelerazione preoccupante e di una pericolosissima forzatura, da ultimo resa ancora più grave dalla reintroduzione nel testo, con un vero e proprio blitz notturno, dell’articolo che prevede le sanzioni. L’intento, evidente, è di cercare di chiudere in fretta la partita della direttiva per evitare il rischio che nuove maggioranze politiche possano, nella prossima legislatura europea, stravolgere l’impianto di questo come di altri provvedimenti compresi nel Green Deal.

Il Presidente parla di blitz notturno in riferimento alla reintroduzione dell’articolo che parla delle sanzioni.

Non c’è ancora nulla di definito e di certo. Bisogna ancora attendere per poter avere un quadro completo e certo della situazione.

 

termus
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