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Direttiva case green

Direttiva case green: gli ultimi aggiornamenti

Tempo di lettura stimato: 10 minuti

Fissato per il 7 dicembre 2023 il nuovo incontro per arrivare ad una conclusione sulla bozza definitiva dell’EPBD. Ecco le principali novità

Dopo l’incontro di giovedì 12 ottobre 2023, il Parlamento Europeo ha deciso di rinviare al 7 dicembre la discussione finale per decidere le sorti della nuova Direttiva Europea EPBD meglio nota come direttiva “case green“. Con la direttiva “case green” l’Unione Europea intende ridurre del 55% entro il 2030 le emissioni nocive rispetto ai livelli del 1990 e raggiungere le emissioni zero entro il 2050, attraverso la riqualificazione del parco immobiliare europeo e il miglioramento dell’efficienza energetica.

Il provvedimento avanzato dalla Commissione europea è stato inserito nel pacchetto di riforme Fit for 55 ed ha l’obiettivo di agire in modo prioritario sul 15% degli edifici più energivori (collocati nella classe energetica G) per ogni Stato membro; in Italia si tratta di circa 1,8 milioni di edifici residenziali, sul totale di 12 milioni. Le case sono attualmente classificate in base alla prestazione energetica, fondamentale per conoscere il fabbisogno energetico di un edificio o di un’abitazione e conseguire, così, un notevole risparmio dei consumi. Per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici è necessario redigere l’APE (Attestato di Prestazione Energetica), il documento che certifica il consumo energetico di un edificio e che, ricordiamo, è obbligatorio dal 1° luglio 2009 in caso di compravendita e dal 1° luglio 2010 in caso di locazione. Per redigere questo documento usa un software per la redazione dell’ape e sei sicuro di rispondere non solo alla direttiva sulle case green, ma anche a tutte le norme che richiedono la verifica delle prestazioni energetiche degli edifici o agli interventi di efficientamento energetico previsti dal Superbonus e dall’ecobonus.

Direttiva case green: a che punto siamo?

La Direttiva “case green”, o più precisamente la Direttiva Europea sulle Prestazioni Energetiche degli Edifici (EPBD, Energy performance of buildings directive), dopo aver ottenuto, il 14 marzo scorso, l’ok dal Parlamento europeo, è entrata nell’ultima fase del processo legislativo: i negoziati ufficiali (Trilogo).

Direttiva case green: i principali passaggi

Il 6 giugno si è tenuto a Bruxelles il primo Trilogo in cui i rappresentanti di Parlamento e Consiglio UE hanno discusso, grazie alla mediazione della Commissione Europea, per giungere ad un testo condiviso in modo da delineare in modo chiaro le prossime tempistiche di decarbonizzazione del settore delle costruzioni. La discussione ha riguardato rapidamente solo i 2 articoli più discussi, che saranno dibattuti in incontri successivi ancora da definire:

  • articolo 9 in base a cui gli edifici residenziali dovranno raggiungere la classe E nel 2030 e la classe D nel 2033,
  • articolo 16 che rivede tutto il sistema di classificazione dei Paesi membri, fissando per il 15% degli edifici più energivori la classe E.
EPBD

EPBD

L’attenzione si è concentrata, invece, sui seguenti punti (articoli dal 20 al 24):

  • ispezioni periodiche degli impianti di riscaldamento, ventilazione e condizionamento;
  • rapporti di ispezione;
  • esperti indipendenti (lavoratori autonomi, ma anche dipendenti di società) che effettuano queste verifiche;
  • sistemi di certificazione dei professionisti dell’edilizia.

E, infine, sull’allegato VI in merito ai sistemi di controllo indipendenti per gli attestati di prestazione energetica.

Il 31 agosto si è tenuto il secondo incontro formale (secondo Trilogo) tra i rappresentanti di Parlamento, Consiglio e Commissione: le discussioni non hanno affrontato ancora i punti più delicati, come il calendario per il miglioramento delle classi energetiche degli immobili o la revisione del sistema degli attestati di prestazione energetica; tutto è stato rimandato al terzo Trilogo in programma per il prossimo 12 ottobre.

L’incontro del 12 ottobre è stato tempo indeterminato, ovvero senza un tempo termine prestabilito. Tuttavia, l’obiettivo è quello di ridurre al minimo le attuali notevoli differenze di posizione tra i vari Stati membro dell’UE. Inoltre, salta la ristrutturazione delle case inquinanti e ogni Stato membri dovrà predisporre un piano per ridurre il consumo energetico dell’intero parco edilizio residenziale.

Ricordiamo, tuttavia, che l’approvazione della direttiva EPBD non significa la sua entrata in vigore; si dovrà attendere probabilmente il 2025, con il recepimento da parte di tutti gli Stati membri. Ad oggi sembrerebbe che la bozza di Piano nazionale integrato per l’energia e il clima sia stato inviato dall’attuale Governo all’Unione Europea per l’approvazione.

Cosa prevede la Direttiva case green?

Il 14 marzo 2023 il Parlamento europeo ha approvato il testo sulla direttiva EPBD (“case green”), un pacchetto di norme proposto dall’Unione Europea finalizzato a promuovere la ristrutturazione degli edifici esistenti e la costruzione di nuovi edifici ad alta efficienza energetica. Si utilizza il termine “case green” proprio per indicare gli immobili con risparmio energetico ed emissioni di gas nocivi pari o vicini allo zero.

Case green: le principali novità

Nei diversi negoziati tra il Consiglio dell’Unione Europea, il Parlamento Europeo e la Commissione Europea, la direttiva relativa alle “case green“, volta a migliorare l’efficienza energetica degli edifici, ha subito una serie di modifiche che contemplano termini più estesi e un quadro normativo meno restrittivo rispetto alla versione precedentemente approvata dal Parlamento Europeo a marzo. Tuttavia, prima di addentrarci all’interno dell’articolo scopriamo le principali novità in materia di efficientamento energetico.

Case green: riqualificazione del patrimonio edilizio

Nel corso della lunga riunione tenutasi lo scorso 12 novembre, i rappresentanti delle istituzioni europee, attraverso un approccio più flessibile e in contrasto con quanto proposto nella bozza iniziale del testo, hanno rivisto alcune delle parti più controverse della direttiva, tra cui gli obiettivi e i tempi necessari per rendere le abitazioni più efficienti.

Obiettivo della direttiva UE: ridurre del 55% entro il 2030 le emissioni nocive

L’obiettivo della direttiva è quello di stimolare le ristrutturazioni di edifici privati e pubblici in tutta Europa, al fine di ridurre i consumi energetici e le emissioni di CO2 del parco immobiliare dei 27 Stati membri.

Il testo fa parte del progetto Fit for 55 con cui l’Unione europea vuole ridurre del 55% entro il 2030 le emissioni nocive rispetto ai livelli del 1990: in media, gli edifici rappresentano il 40% del consumo energetico e il 36% dell’emissione di gas nocivi.

L’obiettivo del testo è aiutare i Paesi membri a far sì che gli immobili siano più comodi, meno dispendiosi, con una notevole riduzione dell’uso di fonti fossili nelle nostre case come nelle nostre città: un passo fondamentale per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

Quali sono le classi energetiche da raggiungere?

La direttiva prevede emissioni zero per gli edifici e di conseguenza ristrutturazioni per gli immobili che non risulteranno a norma, con l’obiettivo di renderli più sostenibili per l’ambiente.

Il provvedimento interessa tutti gli edifici, residenziali e con altre destinazioni d’uso (con alcune eccezioni), e prevede il raggiungimento di determinate classi energetiche:

  • gli edifici residenziali dovranno essere ristrutturati per raggiungere:
    • la classe energetica E entro il 2030;
    • la classe energetica D entro il 2033;
  • gli altri edifici non residenziali e pubblici dovranno raggiungere:
    • la classe E entro il 2027;
    • la classe D entro il 2030;
  •  tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028.

Nel dettaglio si legge:

Entro il primo gennaio 2030 tutti gli immobili residenziali dovranno rientrare nella classe energetica E. Tre anni più tardi sarà obbligatorio passare alla classe D. Una promozione che richiede un taglio dei consumi energetici di circa il 25%, con interventi come cappotto termico, sostituzione degli infissi, nuove caldaie a condensazione, pannelli solari. Per arrivare alle emissioni zero al 2050.

In base a quanto previsto dalla EPBD, gli Stati membri devono presentare Piani nazionali per la riqualificazione energetica degli edifici in base al seguente principio guida: agire prioritariamente sul 15% degli edifici più energivori che, dai diversi Paesi membri, andranno collocati nella classe energetica più bassa, la “G” (in Italia, secondo i dati Istat, sono circa 1,8 milioni gli edifici residenziali su un totale di 12 milioni).

In tal modo si procederà ad una riclassificazione energetica di tutto il patrimonio immobiliare a partire dagli immobili “meno efficienti”.

Edifici italiani nel mirino Europeo

Edifici italiani nel mirino Europeo

Quali sono gli immobili esclusi?

Dopo il consiglio del Parlamento Europeo e il voto raggiunto dalla Plenaria di Strasburgo, emerge un dato significativo per gli edifici del nostro Paese: oltre 3 milioni di edifici fuori dalla direttiva dell’Unione Europea. Secondo un emendamento approvato, oltre agli edifici vincolati, resterebbero fuori dal perimetro degli interventi obbligatori anche gli edifici che fanno parte del patrimonio storico e le seconde case utilizzate meno di 4 mesi all’anno.

In particolare, tra gli immobili che potranno essere esclusi dagli interventi di ristrutturazione troviamo:

  • monumenti;
  • edifici con particolare valore storico e architettonico;
  • chiese e altri luoghi di culto;
  • edifici a uso temporaneo;
  • seconde case utilizzate per meno di quattro mesi all’anno;
  • abitazioni unifamiliari di superficie inferiore a 50 metri quadri.

Nel dettaglio si legge:

Dagli interventi sono escluse le case di vacanza, i palazzi storici ufficialmente protetti, le chiese e gli altri edifici di culto. Ma anche le abitazioni indipendenti con una superficie inferiore a 50 metri quadrati.

Case green: la situazione degli edifici italiani

Il parlamento europeo avrebbe nel mirino il 15% degli edifici italiani ad alto consumo energetico; a tal riguardo l’ANCE (associazione nazionale costruttori edili) chiarisce lo scenario della sfida lanciata dall’Europa.

Secondo stime iniziali, su 12 milioni di edifici residenziali oltre 9 milioni non risulterebbero idonei a rispettare le performance energetiche richieste. Inoltre, la riqualificazione del 15% degli edifici energivori fissata al 2023 non sarebbe raggiungibile prima di 630 anni; ci vorrebbero 3.800 anni, invece, per la decarbonizzazione generale dell’Europa prefissata entro il 2050.

Inoltre, dall’ultimo rapporto ENEA, circa il 75% degli immobili presenti nei comuni italiani sarebbe stato realizzato prima della legge 10/1991, la norma che regola i consumi dell’energia negli edifici pubblici e privati. Sempre secondo le stime Enea, il 74% delle abitazioni italiane, cioè 11 milioni, apparterrebbero a classi energetiche inferiori alla D, nello specifico il 34% in G, 23,8% in F e 15,9% E.

Affinché la direttiva europea sia concretamente applicabile risulta necessaria una politica di incentivazione fiscale adeguata, così da poter agevolare il processo e implementare soluzioni integrate per ogni edificio.

Le 10-1991 EPBD

Le 10-1991

Direttiva case green e bonus edilizi: prevista una riforma del sistema delle detrazioni

In base a quanto disposto dalla Direttiva e i suoi obiettivi di efficienza energetica, è evidente il legame che essa ha con le detrazioni fiscali, nate appunto per incentivare l’utilizzo razionale dell’energia e la riduzione dei consumi.

Nella bozza ancora in esame si prevede una riforma del complicato sistema di detrazioni fiscali che attualmente incentiva gli interventi di ristrutturazione e riqualificazione. Al fine di superare l’attuale frammentazione delle varie detrazioni in vigore, si presuppone la realizzazione di un testo unico delle detrazioni per ottimizzare i tempi e ridurre i costi di riqualificazione. In pratica, la riforma dovrebbe:

  • garantire aliquote distribuite in 10 anni per rispondere agli sfidanti obiettivi previsti per il settore residenziale;
  • essere indirizzata prevalentemente alle unità immobiliari soggette all’obbligo della direttiva Case green (prime case, unità immobiliari con classe energetica bassa, unità immobiliari non storiche, ecc.);
  • ammettere interventi sia singoli di qualunque natura (energetici, sismici, abbattimento barriere architettoniche, etc.), sia di riqualificazione energetica profonda (combinazione di più interventi);
  • garantire una sola aliquota ridotta per interventi singoli e, per gli interventi di riqualificazione energetica profonda, poche aliquote crescenti in funzione della performance energetica raggiunta, tenendo anche conto delle performance sismiche per le aree ad alto rischio. Le aliquote dovranno agevolare maggiormente le persone a basso reddito, i condomini con persone in condizione di povertà energetica e l’edilizia residenziale pubblica. Gli interventi energetici saranno “trainanti” rispetto a tutti gli altri interventi che beneficeranno della medesima aliquota;
  • garantire costi massimi specifici omnicomprensivi sia per singoli interventi, sia per interventi di riqualificazione energetica profonda, di semplice verifica e univoci per l’intero territorio nazionale.

Previsto, infine:

  • l’utilizzo di ulteriori strumenti finanziari, come finanziamenti a tasso agevolato, ecc.;
  • il ritorno a meccanismi alternativi alla detrazione fiscale , quali sconto in fattura e cessione del credito;
  • l’individuazione di sinergie con la riforma del Fondo nazionale efficienza energetica.

Sono previste sanzioni?

Al momento non sono specificate sanzioni particolari per chi non adegua il proprio immobile ai nuovi standard entro i tempi stabiliti. Nel dettaglio si legge:

Saltate al momento le possibili limitazioni alla vendita o all’affitto della case per chi non possiede il bollino verde Ue. Toccherebbe comunque ai governi decidere quali sanzioni applicare, oltre all’automatica perdita di valore degli immobili non a norma.

Tuttavia, ciascun Paese potrebbe prevedere l’irrogazione di multe; rimaniamo in attesa di aggiornamenti più specifici.

Sanzioni EPBD

Sanzioni EPBD

Direttiva case green: le integrazioni nel PNIEC

Tutti gli Stati membri contribuiranno al conseguimento dell’obiettivo generale: ridurre le emissioni di gas a effetto serra e il consumo di energia degli immobili residenziali in tutti gli stati membri, stabilendo nei rispettivi Piani nazionali integrati per l’energia e il clima (PNIEC) i contributi nazionali indicativi e le strategie per il conseguimento dell’obiettivo.

I progetti aggiornati di PNIEC, da inviare nel mese di giugno 2023, verranno valutati dalla Commissione per verificare se tutti i contributi nazionali hanno raggiunto la riduzione dell’11,7%, apportando correttivi nel caso di contributi nazionali inferiori all’importo che si otterrebbe utilizzando la formula.

PNIEC: la proposta del MASE per raggiungere gli obiettivi

Il MASE ha trasmesso a Bruxelles la proposta di aggiornamento del PNIEC in cui sono elencati gli obiettivi nazionali da raggiungere al 2030 in materia di:

  • efficienza energetica,
  • fonti rinnovabili,
  • riduzione delle emissioni di CO2

ed i relativi strumenti per raggiungerli.

In particolare, il MASE ha commentato l’invio del PNIEC con la seguente nota: una quota del 40% di rinnovabili nei consumi finali lordi di energia che sale al 65% per i consumi solo elettrici. Il 37% di energia da rinnovabili per riscaldamento e raffrescamento, il 31% nei trasporti, 42% di idrogeno da rinnovabili per gli usi dell’industria.

L’aggiornamento del PNIEC intende sfruttare i benefici della vasta diffusione delle rinnovabili e dell’efficienza energetica, connessi alla riduzione delle emissioni inquinanti, al miglioramento della sicurezza energetica e alle opportunità economiche e occupazionali per le famiglie e per il sistema produttivo.

Gli obiettivi del PNIEC 2023

Gli obiettivi generali perseguiti dall’Italia sono:

  1. accelerare il percorso di decarbonizzazione, considerando il 2030 come una tappa intermedia verso una decarbonizzazione profonda del settore energetico entro il 2050;
  2. mettere il cittadino e le imprese al centro, in modo che siano protagonisti e beneficiari della trasformazione energetica e non solo soggetti finanziatori delle politiche attive; ciò significa promozione dell’autoconsumo e delle comunità dell’energia rinnovabile;
  3. favorire l’evoluzione del sistema energetico;
  4. promuovere l’efficienza energetica in tutti i settori, come strumento per la tutela dell’ambiente, il miglioramento della sicurezza energetica e la riduzione della spesa energetica per famiglie e imprese;
  5. promuovere l’elettrificazione dei consumi, in particolare nel settore civile e nei trasporti, come strumento per migliorare anche la qualità dell’aria e dell’ambiente;
  6. accompagnare l’evoluzione del sistema energetico con attività di ricerca e innovazione;
  7. adottare obiettivi e misure che riducano i potenziali impatti negativi della trasformazione energetica su altri obiettivi parimenti rilevanti, quali la qualità dell’aria e dei corpi idrici, il contenimento del consumo di suolo e la tutela del paesaggio.

Ricordiamo che l’Italia risulta essere tra i Paesi europei più avanzati in termini di efficienza energetica e tale posizionamento può essere riconducibile sicuramente agli elevati costi dell’energia che hanno orientato da sempre le imprese e i consumatori ad un uso consapevole e razionale dell’energia. Una delle prime sfide per la nostra nazione è quello di ampliare la trasformazione dell’economia, nella quale la decarbonizzazione, l’economia circolare, l’efficienza e l’uso razionale delle risorse naturali rappresentano un insieme di obiettivi prefissati per il 2030.

Nel documento anche il riordino dei bonus edilizi a cui il Governo intende procedere; nonché un consuntivo sugli interventi realizzati finora grazie alle varie detrazioni fiscali sui lavori di ristrutturazione. Una riforma che, nelle intenzioni del Governo, dovrà avere una durata almeno decennale ed un approccio integrato ed efficiente le opere di riqualificazione degli edifici residenziali esistenti, superando la frammentazione delle detrazioni che sono attive oggi, dal Superbonus al bonus facciate.

La proposta attualmente è al vaglio dell’Europa e nei prossimi mesi sarà oggetto della valutazione ambientale strategica (VAS); per l’approvazione del testo definitivo si dovrà attendere giugno 2024.

Che cos’è e come si calcola la classe energetica di un immobile?

La classe energetica degli edifici è un dato che consente di comprendere quali sono i consumi energetici delle varie abitazioni.

I criteri secondo cui viene assegnata una classe sono:

  • i materiali di costruzione,
  • la tipologia di infissi,
  • l’impianto di riscaldamento,
  • la produzione di acqua calda,
  • il sistema di illuminazione.

È importante, infatti, conoscere i parametri che influenzano il calcolo, quali:

  • la geometria e l’esposizione dell’immobile
  • la tipologia degli impianti;
  • la presenza di impianti dotati di ventilazione meccanica.

Il riscaldamento invernale è uno dei principali fattori che concorrono a questo calcolo insieme alla zona climatica in cui si trova l’abitazione.

Quali sono gli interventi di miglioramento delle prestazioni energetiche?

Per effettuare un adeguamento alla direttiva è necessario realizzare alcuni degli interventi che possono migliorare la classe energetica di un edifico tra cui:

  • coibentazione dell’edificio con il cappotto termico,
  • installazione di nuove caldaie a condensazione,
  • sostituzione degli infissi,
  • installazione del fotovoltaico.

Attestato di prestazione energetica, cos’è?

L’attestato di prestazione energetica permette di indicare le caratteristiche energetiche di un immobile; si tratta di un documento obbligatorio e deve essere prodotto tramite dei professionisti certificati.

Per differenziare le classi energetiche vengono usati degli indicatori che vanno da A4, che indica la classe energetica più performante a G, la meno performante. Ogni classe energetica è associata a un punteggio che va dal 10, associato alla classe più efficiente, fino all’1 della classe energetica G. Più la classe energetica è bassa, maggiori saranno i consumi dell’abitazione stessa. Le abitazioni di classe energetica E rappresentano la maggior parte degli immobili presenti oggi in Italia; sono state realizzate tra gli anni ’70 e ’90. Gli edifici di classe energetica D sono abitazioni relativamente recenti che, a differenza delle abitazioni di classe energetica E, dispongono di un migliore isolamento termico perché i muri esterni sono stati ispessiti ed è stata migliorata la coibentazione del tetto.

Il valore Ep, invece, indica l’indice di prestazione energetica, che corrisponde all’energia totale consumata dall’edificio climatizzato per metro quadro di superficie ogni anno.

Il documento ha una validità di 10 anni.

In vista dell’attuazione della direttiva UE, prevista nel 2025, si ipotizza che in Italia molti immobili potrebbero perdere l’attuale valore di mercato se non adeguatamente ristrutturati. Per non farti trovare impreparato è importante iniziare a valutare la realizzazione di suddetti interventi, in particolare se la classe energetica dell’immobile è molto bassa. Ti suggerisco di provare il software certificazione energetica per gestire progetti di nuovi edifici nZEB, verifiche di legge e interventi di riqualificazione energetica con uno strumento affidabile e professionale.

 

termus
termus

 

2 commenti
  1. Antonio
    Antonio dice:

    Io ho una casa del 37 in pietra e nn tocco nulla ciò che si poteva fare lho fatto infissi persiane e finestre porte impianto a condenzazione caldaia nuova ora nn tocco altro e una casa del 1937 nn si può fare altro

    Rispondi
    • Redazione di BibLus-net
      Redazione di BibLus-net dice:

      Ciao Antonio. Anzitutto grazie per l’attenzione con cui ci segui.
      Beh, diciamo che il percorso verso le case green è solo all’inizio e di tempo ce ne vorrà ancora un pò. Ma ci sembra che quanto da te già realizzato vada nella direzione tracciata dall’Europa. In ogni caso ecco un semplice e pratico strumento che può tornarti utile per verificare immediatamente e gratuitamente la classe energetica del tuo immobile: Software Certificazione Energetica.
      A presto e buon lavoro. Continua a seguirci

      Rispondi

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