Valutazione rischio ROA
Valutazione rischio ROA: cosa sono le radiazioni ottiche artificiali, perché sono dannose, rimedi e protezione. Cosa deve fare il datore di lavoro?
In questo articolo ti parlerò della valutazione rischio ROA, di cosa sono le radiazioni ottiche artificiali, perché sono dannose per la salute dei lavoratori, quali sono i dispositivi individuali di protezione da utilizzare, la differenza tra le radiazioni coerenti e non coerenti, cosa deve fare il datore di lavoro per cercare di contenere le conseguenze negative per i suoi dipendenti.
Al riguardo ti ricordo che il datore di lavoro deve necessariamente elaborare un documento con la valutazione dei rischi: è un obbligo che non può delegare! Il documento dovrà includere tutti i rischi a cui i dipendenti sono esposti. Ti consiglio di affidarti ad un software per la valutazione dei rischi professionale e semplice da usare. Potrai accedere a relazioni sempre aggiornate secondo la normativa vigente ed evitare così di commettere errori.
Cosa sono le ROA?
La sigla “ROA” sta per radiazioni ottiche artificiali. Si tratta di tutte quelle radiazioni elettromagnetiche nella gamma di lunghezza d’onda compresa tra 100 mm e 1 mm. Lo spettro delle radiazioni ottiche si divide in radiazioni:
- ultraviolette (UV);
- visibili (VIS);
- infrarossi (IR).
Le radiazioni ultraviolette hanno una lunghezza d’onda compresa tra 100 e 400 mm, la banda è suddivisa in UVA (315-400 nm), UVB (280-315 nm) e UVC (100-280 nm); le radiazioni visibili hanno una lunghezza d’onda compresa tra 380 e 780 nm; le radiazioni infrarossi hanno una lunghezza d’onda compresa tra 780 nm e 1 mm. La regione degli infrarossi è suddivisa in IRA (780-1400 nm), IRB (1400-3000 nm) e IRC (3000 nm-1 – 1 mm).

ROA: le radiazioni ultraviolette, visibili, infrarossi
Le sorgenti di radiazioni coerenti e non coerenti
Le sorgenti di radiazioni coerenti emettono radiazioni in fase tra di loro e sono generate da laser; le sorgenti di radiazioni non coerenti, invece, emettono radiazioni sfasate e sono generate dal sole e da altre sorgenti diverse dal laser.
Radiazioni ROA: quali sono i rischi per la salute?
Le radiazioni ottiche artificiali sono molto dannose per l’uomo in quanto l’esposizione prolungata può provocare danni agli occhi (cristallino, cornea, retina..) ed alla pelle (ustioni, cataratta, fotosensibilità). Di seguito ti propongo una immagine in cui sono elencati tutti i problemi specifici relativi all’occhio e alla pelle.

Radiazioni ottiche artificiali: i rischi per la salute: gli occhi e la pelle
Esistono, poi, dei rischi indiretti da considerare:
- disturbi visivi temporanei;
- rischio incendio/esplosione;
- rischio elettricità.
Gli effetti sugli occhi e sulla pelle possono essere:
- a breve termine;
- a lungo termine.
Nel primo caso l’esposizione risulta essere acuta con tempi di latenza di ore, giorni. Nel secondo caso, invece, l’esposizione è cronica ed i tempi di latenza si allungano a mesi ed anni.
La gravità di tali pericoli dipende da alcuni fattori:
- esposizione;
- lunghezza d’onda della radiazione;
- fotosensibilità individuale.
Quali sono gli effetti della radiazione laser sull’occhio?
L’occhio è esposto per sua natura alla luce. Le sorgenti di luce sono diverse: alcune possono rappresentare un rischio per la salute dell’occhio in quanto contengono delle radiazioni ultraviolette. I disturbi all’occhio possono essere:
- fotocheratocongiuntivite;
- cataratta;
- danno alla retina da luce blu.
ROA: le protezioni da utilizzare
Il capo V del titolo VIII del dlgs 81/2008 indica le prescrizioni minime di protezione, in particolare fa riferimento agli effetti nocivi sugli occhi e sulla pelle dei lavoratori esposti alle radiazioni ottiche artificiali. Quando tali valori vengono superati, il datore di lavoro deve necessariamente mettere in atto un piano di miglioramento. Tale piano deve includere delle soluzioni pratiche e tecniche per evitare che i valori-limite vengano superati.
Al piano di miglioramento bisogna includere:
- la possibilità di scegliere attrezzature che emettono meno o zero ROA artificiali;
- misure tecniche volte a ridurre l’emissione di radiazioni;
- controlli certificati sulla manutenzione delle macchine;
- informazione e relativa formazione dei lavoratori circa i rischi;
- implementazione di cartellonistica adatta;
- la possibilità di limitare l’esposizione;
- DPI per pelle e occhi;
- istruzioni prese dal fabbricante delle attrezzature;
- sorveglianza sanitaria.
Il documento di valutazione dei rischi da esposizione a radiazioni ottiche artificiali si aggiorna ogni 4 anni. Per poter eseguire l’aggiornamento vengono coinvolte diverse figure: il medico competente, il responsabile del servizio di prevenzione, il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza.
Per eseguire la valutazione dei livelli di esposizione vengono utilizzati 3 modi:
- utilizzare i dati di fabbrica;
- utilizzare i dati di letteratura sulla sorgente analizzata o su analoghe sorgenti (linee guida, report, articoli di fonti accreditate);
- eseguire valutazioni strumentali dirette su sorgenti ROA.
Dei 3 metodi, di sicuro l’ultimo è quello più costoso, ma allo stesso tempo è quello più affidabile.
Valutazione rischio ROA saldatura
La saldatura è una operazione che comporta un’esposizione molto elevata per l’addetto. Il saldatore opera necessariamente con il viso ad una distanza molto ravvicinata dall’arco elettrico (circa 1 mt), distanza che non può essere allungata a causa della natura del lavoro. Le esposizioni possono durare anche diverse ore nel corso di una giornata, nelle quali si raggiunge in breve tempo una sovraesposizione (poche decine di secondi). Il personale, quindi, è sovraesposto in ogni caso. In commercio si trovano maschere auto-oscuranti che proteggono il viso durante la saldatura.
Quali radiazioni produce la saldatura?
L’arco elettrico o la fiamma di saldatura producono radiazioni ottiche nel campo dell’infrarosso fino all’ultravioletto. L’intensità dipende da una serie di fattori: procedimento utilizzato, gas protettivo e materiale in lavorazione
Rischio ROA saldatura: effetti sulla salute
Gli effetti sulla salute si dividono in: acuti e cronici, respiratori e non respiratori.
- acuti respiratori
- febbre da fumi metallici;
- decremento della funzione respiratoria.
- non respiratori
- ustioni ed elettrocuzioni a causa del calore;
- foto dermatiti da UV;
- infiammazione sistemica;
- danni a cute e occhi;
- foto cheratocongiuntivite.
- effetti cronici respiratori
- bronchite cronica – broncopneumopatia cronica ostruttiva;
- pneumoconiosi- fibrosi polmonare;
- asma;
- infezioni respiratorie;
- cancro polmonare.
Esempio valutazione rischio ROA saldatura
Di seguito ti fornisco un esempio di valutazione rischio ROA elaborato con il software per la valutazione dei rischi, che ti permette di gestire la sicurezza in cantiere senza moduli o costi aggiuntivi e di adempiere ad un obbligo non delegabile del datore di lavoro circa i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori.
Quali sono gli obblighi del datore di lavoro?
L’art. 216 del dlgs 81/08 contiene alcune indicazioni per il datore di lavoro in merito alla prevenzione. Al datore di lavoro è richiesta un’analisi dell’esposizione del rischio con relativa valutazione. Il datore di lavoro deve fare una valutazione dell’area di lavoro e capire se esiste o meno il rischio di radiazioni ROA. Successivamente dovrà fare una misurazione se le condizioni effettivamente lo richiedono.
In una prima fase bisogna fare un’analisi di tutte le attrezzature presenti nell’area di lavoro (censimento). L’analisi si svolge tenendo conto di vari fattori:
- dati del fabbricante delle macchine stesse;
- dati/studi di enti riconosciuti;
- indicazioni INAIL/ISS.
La seconda fase è costituita dalla valutazione dei rischi. Nell’art. 181 del dlgs 81/08 al comma 3 si parla di “giustificazione“, ovvero quei casi in cui non è necessario passare alla misurazione dopo la valutazione.
Le sorgenti giustificabili non comportano rischi per la salute e sono perciò trascurabili per la valutazione del rischio ROA. Sono giustificabili tutte quelle attrezzature che emettono radiazione ottica non coerente classificate nella categoria 0 secondo lo standard UNI EN 12198:2009. Le sorgenti non giustificabili, invece, comportano rischi per la salute dei lavoratori.

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