Superbonus: crediti pagabili e non pagabili
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Superbonus 2023 e la nuova direttiva dell’Eurostat: i crediti legati al Superbonus anche per il 2023 verranno classificati come crediti pagabili
Una recente decisione ha fatto luce sulla classificazione dei crediti relativi alle spese sostenute nel 2023. L’Eurostat, infatti, ha approvato la proposta dell’Istat, stabilendo che il Superbonus maturato sulle spese del 2023 debba essere considerato un credito pagabile. Questa novità comporta che l’intero importo del Superbonus sarà registrato come spesa nello stesso anno in cui le spese sono state sostenute. La famosa espressione del principe de Curtis, in arte Totò, “e io pago!!” è sempre più spesso pronunciata da committenti, intimoriti dal blocco dei crediti, o da imprese e tecnici che si ritrovano il cassetto fiscale pieno di crediti senza poterli monetizzare. La speranza collettiva è quella di uno sblocco definitivo dei crediti fiscali. In questo articolo cercheremo di far chiarezza su cosa sono i crediti pagabili e non pagabili, più volte citati negli ultimi giorni per il Superbonus e la cessione del credito. Il Superbonus così come gli altri bonus edilizi risultano essere ancora il volano principale dell’economia italiana, per cui, se cerchi un aiuto reale sulle tue pratiche riguardante i bonus edilizi in maniera veloce e precisa, puoi usare un software riguardante il Superbonus in grado di supportarti nella corretta gestione della pratica e dei lavori.
Superbonus, crediti pagabili e crediti non pagabili
Per svelare questo mistero legato ai crediti pagabili o non pagabili dobbiamo fare un piccolo passo indietro nel tempo, nel maggio del 2020 quando fu emanato il dl 34/2020 (decreto rilancio) che aveva appunto l’obiettivo di rilanciare il nostro Paese nel periodo post Covid. L’Istat incaricò l’Eurostat (Unione statistico dell’Unione Europea) di formulare dei pareri per evidenziare i problemi legati alla contabilità dei crediti fiscali trasferirti a terzi. L’Eurostat classificò il Superbonus come credito “non pagabile“, mentre quello dell’industria 4.0 come “credito pagabile“.
Superbonus, crediti pagabili e non pagabili: facciamo chiarezza
In linea di principio sono considerati pagabili i crediti che saranno con ragionevole certezza integralmente fruiti dal beneficiario, tramite un rimborso o con la possibilità di utilizzarli in compensazione con le somme dovute, anche negli anni successivi. Questi debiti creano un incremento del debito pubblico, essendo registrati come spese vere e proprie.
I crediti non pagabili sono quelli che vengono registrati nel bilancio dello Stato come riduzione delle entrate e vengono utilizzati per scontare le tasse.
In sintesi, per considerare pagabili i crediti, occorre considerare 3 condizioni fondamentali:
- utilizzo dei crediti anche per gli anni successivi;
- cedibilità dei crediti;
- possibilità di compensare i criteri con qualsiasi tipo di imposta o di contributo sociale.
Superbonus crediti pagabili e non pagabili: il parere di Eurostat
Secondo il comunicato stampa pubblicato sul portale ufficiale dell’Istat, l’Eurostat ha ribadito la sua precedente posizione annunciata lo scorso febbraio (prima dell’entrata in vigore del dl 11/2023), confermando ancora una volta che i crediti legati al Superbonus anche per il 2023 dovranno essere considerati come pagabili. Tali crediti saranno registrati nell’immediato come spesa pubblica senza essere spalmati nell’arco degli anni previsti dalla detrazione. Questa decisione è stata resa nota dall’Istituto Nazionale di Statistica, che ha anche comunicato che l’Eurostat ha stabilito che tale considerazione non si estenderà alle spese sostenute nel 2024. Ciò significa che, sebbene alcune eccezioni minori rimangano valide, non sarà più possibile applicare la deroga relativa alle spese già programmate nel 2022.
Superbonus e crediti non pagabili nel 2024: il possibile scenario
Le agevolazioni fiscali sono in costante cambiamento, e questo coinvolge tutti i principali attori del settore. Le frequenti modifiche normative riguardanti la maxi-detrazione hanno portato Eurostat a valutare annualmente i crediti legati al Superbonus. Di conseguenza, per quanto riguarda il 2024, Eurostat ha già chiesto ad ISTAT un riesame della questione entro l’inizio del secondo semestre del 2024, tenendo in considerazione tutti gli sviluppi che riguarderanno il Superbonus e i crediti incagliati.
Tuttavia, con la pubblicazione della NADEF (Nota di Aggiornamento del DEF), sembra che per il prossimo anno ci sarà una riorganizzazione dei crediti legati alla maxi-detrazione: in particolare, le modifiche normative attuate dal Governo Meloni il 16 febbraio 2023 con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto dl 11/2023 (noto come decreto blocca cessioni) il quale ha portato, ricordiamo, ad uno blocco sostanziale della cessione del credito e dello sconto in fattura. Sulla base di quanto detto, sembrerebbe che si stia ipotizzando che la spesa da sostenere per il prossimo biennio debba essere registrata come credito non pagabile e non più come credito pagabile. Questo cambiamento potrebbe essere legato alla legislazione vigente che non consente la trasferibilità del credito o dello sconto in fattura maturati sugli interventi legati al Superbonus, se non per una platea ridotta di beneficiari.

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