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Sostenibilità dei progetti di trasformazione digitale

Sostenibilità digitale: ecco la prassi di riferimento UNI/PdR 147:2023

Pubblica da UNI la prassi di riferimento sulla sostenibilità dei progetti di trasformazione digitale

Ha senso parlare della sostenibilità del mondo digitale? Gli effetti dell’innovazione e delle tecnologie definiti come sostenibilità digitale, al pari di quella ambientale, economica e sociale, hanno certamente un loro impatto.

Infatti i processi di trasformazione digitale:

  • sono un importante strumento a supporto della sostenibilità ambientale e allo stesso tempo fonte di emissioni di CO2 nella produzione e nell’utilizzo di tutta la catena tecnologica (reti, elaboratori, applicazioni, dispositivi);
  • hanno un rilevante impatto sulla sostenibilità sociale ed economica, poiché sempre più le decisioni individuali o delle organizzazioni o dei governi dipendono dagli algoritmi e dai dati processati dagli elaboratori o dalle interazioni nelle reti.

Non dimentichiamo che una trasformazione digitale è in pieno sviluppo anche nel settore dell’edilizia, con l’implementazione di strumenti e tecnologie digitali che sfruttano la potenza dei dati per rendere tutte le operazioni e i flussi di lavoro più efficienti, produttivi e sicuri. Gli strumenti e le soluzioni digitali sono a disposizione di professionisti, imprese e committenti. Tramite BIM management system e applicazioni online, da utilizzare direttamente sullo smartphone, è possibile gestire le attività quotidiane come il monitoraggio del tempo, il costo dell’opera, gli aspetti progettuali, le attività di cantiere, la gestione delle apparecchiature, l’archiviazione degli ordini di acquisto, la sicurezza, ecc.

La sostenibilità dei progetti di trasformazione digitale

Il tema è affrontato dalla Prassi di riferimento UNI/PdR 147:2023 dal titolo “Sostenibilità digitale – Requisiti e indicatori per i processi di innovazione” ed è stata sviluppata in sinergia tra UNI e la Fondazione per la Sostenibilità Digitale, costituita da esperti indipendenti, istituzioni, imprese e università, con l’obiettivo ben preciso di sensibilizzare le organizzazioni in merito all’impatto ambientale, economico e sociale delle tecnologie.

Più precisamente il documento definisce i requisiti che i progetti di trasformazione digitale devono avere per essere considerati coerenti con i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) di Agenda ONU 2030.
Tali requisiti sono specificati da una serie di indicatori (KPI – Key Performance Indicator), relativi alle componenti infrastrutturali, architetturali e applicative di un progetto di trasformazione digitale.
Gli indicatori sono riferiti a specifici SDG (Sustainable Development Goals) e alle principali fasi del ciclo di vita di un progetto. Nel loro insieme costituiscono una check list con la quale confrontarsi a partire dalle fasi iniziali di impostazione del progetto fino alla sua attuazione, monitoraggio e chiusura. Il documento delinea, appunto, una metodologia di analisi della sostenibilità digitale di un progetto, proponendo 58 indicatori di performance basati sugli SDG, applicabili a tutte le fasi del progetto: dall’avvio alla chiusura e valutando al contempo gli impatti di sostenibilità.

In sintesi, l’idea si basa sulla gestione responsabile dei progetti di trasformazione digitale che non misuri solo l’impatto del digitale in termini di assenza di danni all’ambiente, ma che deve perseguire necessariamente un processo di miglioramento continuo, che generi vantaggi significativi  sull’ambiente, sull’economia, sulla salute, sulla società e sui diritti umani.

Si propone, quindi, un modello in cui il digitale si inserisce come abilitatore di processi di sostenibilità, utilizzando la tecnologia come fattore positivo abilitante e non più, per sottrazione, nella sua valenza negativa.

 

La prassi di riferimento UNI/PdR 147:2023 sulla sostenibilità dei progetti di trasformazione digitale è scaricabile sul sito UNI

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