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Scheda INAIL 2022 analisi prevenzione degli infortuni in edilizia

INAIL: analisi e prevenzione degli infortuni in edilizia

Maggior frequenza di infortuni nell’ingegneria civile; caduta dei lavoratori dall’alto l’infortunio più frequente

Si sente spesso parlare di “infortunio sul lavoro” ed in particolare in edilizia, un settore produttivo particolarmente caratterizzato dalla complessità ed eterogeneità delle lavorazioni svolte e per la gravità degli infortuni registrati.

Di recente pubblicazione è la scheda INAIL: Infortuni in edilizia: caratteristiche, fattori causali, misure preventive, che fornisce i dati sugli incidenti in merito al quinquennio 2014-2018 (indicazioni utili anche per il contesto attuale), analizza i principali fattori di rischio ed indica le misure di prevenzione e protezione attuabili nei luoghi di lavoro.

Scheda INAIL

Il documento analizza gli infortuni avvenuti nel settore delle costruzioni a livello di caratteristiche, dinamiche, cause; si sofferma in particolare sui fattori di rischio connessi agli infortuni in edilizia ed individua le relative misure di prevenzione e protezione.

Nel dettaglio:

  • compie un’analisi degli indicatori di incidenza e gravità;
  • esamina le caratteristiche dei fattori di rischio degli infortuni trattati, anche con riferimento alle più frequenti modalità di accadimento degli stessi;
  • indica, infine, le principali misure di prevenzione e protezione da attuare per il contenimento e la riduzione del rischio infortunistico.

Il documento è corredato da utili tabelle su:

  • incidenza e gravità degli infortuni nelle costruzioni;
  • infortuni gravi e mortali nelle costruzioni;
  • modalità di accadimento degli infortuni nel settore costruzioni;
  • distribuzione dei principali incidenti avvenuti nelle costruzioni per fattori di rischio.

Dati descrittivi

Partendo dai dati descrittivi, l’INAIL ha sottolineato l’andamento del fenomeno infortunistico in edilizia tra il 2014 e il 2018: circa 32.000 infortuni all’anno in edilizia (cioè il 10% dei casi).

Dall’esame periodico della banca dati Infor.Mo risulta, quindi, un andamento decrescente rispetto agli altri settori sebbene, tra tutte le attività economiche (escludendo le estrazioni di petrolio, carbone e minerali), l’incidenza maggiore di episodi gravi si registra proprio nel settore delle costruzioni, con percentuali superiori al 35%.

L’INAIL ricorda che il rischio infortunistico nel comparto viene misurato attraverso l’”indice di incidenza” (infortuni per mille addetti) e varia a seconda dell’attività. In base alla classificazione Ateco 2007, le costruzioni si suddividono in tre segmenti:

  • costruzione di edifici (edificazione edilizia e lo sviluppo di progetti immobiliari);
  • ingegneria civile (realizzazione di strade, ferrovie e altre opere di pubblica utilità);
  • lavori di costruzione specializzati (preparazione e demolizione di cantieri e i lavori connessi a elettricità e idraulica).

Tutti e tre si posizionano su un livello di rischio superiore alla media, ma è l’ingegneria civile quella con maggiore frequenza di incidenti, il 27,2%.

La distribuzione territoriale del rischio di eventi gravi mostra che non ci sono marcate tendenze geografiche (come una netta distinzione tra il nord ed il sud), ma emergono delle zone più a rischio:

  • area calabrese e ionica;
  • parti della Sicilia;
  • provincia di Bolzano;
  • dorsale dell’Appennino centrale (comprendente alcune zone emiliane, toscane, marchigiane, umbre ed abruzzesi).

Al contrario di quanto si possa pensare, l’area calabrese e quella ionica fra i distretti a maggior rischio; mentre, le 4 principali città metropolitane (Roma, Napoli, Milano, Torino) presentano livelli di rischio più bassi.

Fattori di rischio

In merito ai fattori di rischio, 1173 sono quelli riscontrati. La tabella riporta i problemi di sicurezza per ciascuna categoria dei fattori di rischio:

  • per il fattore ambiente, AMB,  (19%), si sottolinea un’elevata assenza di dispositivi di protezione collettivi (parapetti, armature, barriere);
  • per le attrezzature, UMI, (16%), oltre a mancanze riscontrate sulle necessarie protezioni, si rilevano anche problemi relativi alla non idoneità delle attrezzature messe a disposizione dei lavoratori;
  • dispositivi protezione individuali, DPI, (12%), sempre rispetto agli altri settori, emergono criticità legate alla mancata fornitura o al non utilizzo.

 

In riferimento al periodo in esame, e rispetto ai casi accaduti in altri settori lavorativi, gli eventi infortunistici in edilizia mostrano una maggiore prevalenza di fattori di rischio legati alle procedure messe in atto dagli infortunati (40%). Viene, quindi, rilevata la forte presenza di problematiche legate alle modalità operative degli infortunati, non necessariamente riconducibili a loro responsabilità quanto a carenze di tipo gestionale (formazione, informazione, pratiche tollerate, ecc.).

Si evidenzia, inoltre, un’elevata assenza di dispositivi di protezione collettivi e problematiche relative alla non idoneità delle attrezzature messe a disposizione dei lavoratori che non permettono di operare in sicurezza.

Un approfondimento, poi, viene fatto su alcuni specifici fattori di rischio rilevati nelle principali modalità di accadimento degli infortuni in edilizia, quali:

  • cadute di lavoratori dall’alto (54%);
  • cadute di oggetti e carichi sui lavoratori (12%);
  • perdita di controllo nella conduzione di mezzi di lavoro (7%).

La caduta dei lavoratori dall’alto è, quindi, l’infortunio più frequente.

 

La scheda si sofferma anche sugli infortuni dovuti a caduta di gravi su lavoratori, principalmente nelle fasi di movimentazione carichi o a seguito di crolli, frane, smottamenti di porzioni di terreno, a causa di opere provvisionali di contenimento (ad esempio scavi non puntellati o non protetti) o, in alcuni casi, per la presenza di materiali di risulta depositati in prossimità dell’area non adeguatamente messa in sicurezza.

I fattori di rischio più frequenti riguardo alla movimentazione dei carichi si riferiscono ad errori nella conduzione dei macchinari (azioni estemporanee di soggetti esperti ma anche di lavoratori privi della necessaria formazione e addestramento); nonché alla carenza di manutenzione delle attrezzature impiegate ed alla posizione dell’infortunato.

Gli infortuni, infine, dovuti a perdite di controllo dei mezzi di lavoro, con conseguenti investimenti e ribaltamenti, sono dovuti per lo più ad errori commessi alla guida dei macchinari (sovente per carenza di adeguata formazione e addestramento) ed alla mancanza di un’adeguata viabilità, con segnalazione e delimitazione.

Misure di prevenzione e protezione

Chiude il documento il paragrafo riguardante le misure di prevenzione e protezione finalizzate alla riduzione del rischio infortunistico.

L’INAIL ricorda che il dlgs n. 81/2008 riserva un intero capitolo (il Titolo IV) e 15 allegati (dal IX al XXIII) al settore delle costruzioni, data la pericolosità delle lavorazioni e per l’elevato indice di infortuni avvenuti nel tempo.

La norma prevede, quindi, in maniera chiara quali sono gli adempimenti cui sono tenuti i vari soggetti impegnati a vario titolo in cantiere; si dividono in 2 grandi categorie:

  • misure generali
    • organizzazione del cantiere e delle attività lavorative;
    • formazione, informazione, addestramento;
    • coordinamento e sorveglianza delle attività di cantiere;
    • cooperazione e coinvolgimento;
    • modelli organizzativi;
  • misure specifiche, correlate alle diverse casistiche di possibili eventi infortunistici che possono potenzialmente presentarsi in cantiere.

 

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