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Impatto ambientale degli incentivi in edilizia

RPT: l’impatto ambientale degli incentivi in edilizia

RPT in audizione alla Camera: le analisi, le valutazioni e le proposte che i professionisti tecnici hanno avanzato in merito agli incentivi in edilizia

Il tema di incentivi legati alla riqualificazione degli edifici è ormai da tempo al centro del dibattito politico, nonché oggetto di repentini interventi di modifica normativa. Ricordiamo, infatti, che di recente si è giunti ad un ridimensionamento dei bonus, proprio nel momento in cui dall’Europa arrivano segnali di rafforzamento degli obiettivi di decarbonizzazione del settore, al fine di avere un parco immobiliare a emissioni zero entro il 2050.

A tal riguardo va sottolineato il contributo dato dagli incentivi fiscali alla realizzazione di interventi di efficientamento che hanno sicuramente portato al risparmio energetico e al conseguente contenimento di consumo di gas. Investire per migliorare le prestazioni degli edifici vuol dire soprattutto ridurre i consumi energetici e, quindi, contribuire ad alleggerire la dipendenza dell’Italia dalle fonti fossili acquistate da Paesi geo-politicamente instabili; per non rischiare di commettere errori o omissioni nella gestione della pratica, con il rischio di perdere il beneficio, assicurati di utilizzare sempre strumenti aggiornati che ti supportano passo passo nella pratica.

I rappresentanti della Rete Professioni Tecniche (RPT) hanno partecipato (in data 17  maggio 2023) ad un’audizione presso la Commissione Ambiente della Camera, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull’impatto ambientale degli incentivi in materia edilizia, sottolineando l’importanza dei bonus fiscali (in primis ecobonus, bonus facciate e sismabonus) al fine di incentivare gli interventi su un patrimonio edilizio in larga parte vetusto ed inefficiente dal punto di vista energetico quanto da quello statico.

Riorganizzare la normativa sugli incentivi fiscali in materia di edilizia per assicurare quella spinta all’efficientamento energetico e alla sicurezza degli immobili e nello stesso tempo garantire la sostenibilità degli oneri per la finanza pubblica.

Lo scopo è, quindi, di approfondire la tematica e di delineare un quadro certo in cui rilanciare il percorso di riqualificazione urbana necessario per stare al passo con gli obiettivi europei.

L’intervento alla Camera della Rete delle Professioni Tecniche

Il Presidente Zambrano ha da subito sottolineato il problema della sostenibilità economica degli incentivi, con la conseguente necessità di modificare il quadro normativo di riferimento in considerazione dell’evoluzione tecnologica in atto finalizzata al risparmio energetico.

La prima proposta è quella di istituire un tavolo tecnico composto da professionisti, Università e produttori di materiali per dare il loro contributo in merito.

La Rete ha sottolineato come l’insieme delle detrazioni fiscali destinate al risanamento parziale o totale degli edifici (ecobonus, bonus facciate, sismabonus) rappresentano strumenti utili ed efficaci per intervenire su un patrimonio edilizio, come quello italiano, in larga parte vetusto ed inefficiente dal punto di vista energetico quanto da quello statico. Dall’indagine svolta è emerso che, degli oltre 12 milioni di edifici residenziali presenti nel Paese:

  • il 64% è stato costruito prima del 1977,
  • il 20% tra il 1977 ed il 1990.

Parliamo quindi di anni in cui neanche si parlava di tecniche ed accorgimenti legati al risparmio energetico ed al rafforzamento strutturale dell’edificio.

Inoltre, stando ai dati Enea, grazie all’introduzione degli incentivi si è arrivati a garantire un risparmio energetico pari a 11.152 GWh/anno tra il 2014 ed il 2021 che, convertiti in metri cubi standard di gas, corrispondono a 1 miliardo di smc/gas; ma è col Superbonus 110%, con livelli di detrazione particolarmente elevati, che si è arrivati a 14.170 GWh/anno risparmiati tra agosto del 2020 e marzo 2023. Numeri che confermano l’attenzione degli Italiani al tema della riqualificazione degli immobili che ha visto il suo apice grazie alla maxi detrazione.

Tuttavia, secondo la RPT, il Superbonus 110% è stata una forma di incentivo pensata in un momento estremamente critico per il Paese, impossibile da replicare nel lungo termine a causa dell’elevato livello di disavanzo pubblico generato. Il percorso di risanamento energetico degli edifici residenziali ammonta a 116 miliardi di euro di spesa a carico dello Stato derivante dal meccanismo di cessione dei crediti maturati con interventi Superbonus (67 miliardi) o legati ad altri bonus per l’edilizia.

Ci troviamo di fronte a cifre molto consistenti che devono spingere ad una “rimodulazione dei meccanismi di funzionamento di tali bonus” in modo da non interrompere il percorso di risanamento energetico degli edifici residenziali, ma anche tale da non gravare sul bilancio dello Stato.

Una rimodulazione, quindi, che tenga conto della necessità di offrire una più ampia durata agli orizzonti temporali previsti, che consenta tempistiche compatibili con i reali obiettivi di risparmio energetico e di contrasto al rischio simico.

​Il video completo delle audizioni presso la Camera nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull’impatto ambientale degli incentivi in materia edilizia:

Rimodulazione dei bonus: le proposte della RPT

In definitiva la RPT auspica che gli incentivi in edilizia, misure determinanti per il miglioramento energetico degli edifici, per il risanamento e per il contrasto al rischio simico, rimangano ancora in vita, ma devono essere “riviste”.

A tal riguardo, la RPT prende in esame la rimodulazione degli incentivi fiscali in edilizia secondo le ipotesi elaborate dal CNI nel report di maggio, in cui ha svolto un’indagine conoscitiva sugli effetti macroeconomici e di finanza pubblica derivanti dagli incentivi fiscali al mese di aprile 2023.

Il CNI elenca una serie di considerazioni e linee operative per un percorso di riforma e rimodulazione dei bonus per l’edilizia, quali:

  • una quota parte delle spese viene finanziata con il meccanismo delle detrazioni fiscali da riportare nella dichiarazione dei redditi del contribuente per un periodo di 15 anni in modo da limitare il caso degli incapienti;
  • la parte restante della spesa viene finanziata da un mutuo trentennale a tasso agevolato, per il quale lo Stato potrebbe accollarsi per intero la quota interessi. Le spese, in questo modo, verrebbero in primo luogo diluite nel tempo al fine di gravare il meno possibile sui proprietari di immobili.

Relativamente alla gestione dei crediti di imposta, la RPT ha proposto:

  • la possibilità, per gli operatori abilitati, di offrire i crediti fiscali acquisiti anche ai propri clienti, privati o professionali, consentendo altresì, agli operatori ma anche ai correntisti, di modulare il lasso temporale di utilizzo di tali crediti;
  • la possibilità, per gli Enti previdenziali Ordinistici, di svolgere sia una funzione di garanzia nella cessione dei crediti che di acquisizione dei medesimi se maturati dai professionisti iscritti;
  • la realizzazione di una piattaforma unica di controllo nelle varie fasi della cessione dei crediti, che eviti il ricorso ad entità finanziarie, società advisor ed assimilate che, oltre a generare degli extra-costi, spesso assumono una funzione impropria atta a ritardare se non a bloccare la cessione e quindi il funzionamento del meccanismo (vedi la richiesta di prove-video);
  • meccanismi di incentivazione fiscale che possano calmierare i costi delle cessioni, evitando improprie speculazioni;
  • la valorizzazione dei pareri della Commissione di monitoraggio presso il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici;
  • norme che disciplinino i cosiddetti General contractor chiarendone i ruoli, i limiti e le responsabilità.

Nell’occasione la RPT ha messo a disposizione della Commissione un documento che contiene tutte le analisi, le valutazioni e le proposte che i professionisti tecnici hanno elaborato nel rispetto di uno spirito di collaborazione costruttiva.

Alla luce di quanto espresso, si evidenzia quanto i bonus in edilizia rappresentino una leva economica che consente alle famiglie di poter investire e alle imprese di mantenersi sul mercato in un momento di profonda crisi, nonché un’occasione irripetibile nel conseguimento degli obiettivi di riduzione del consumo energetico. Per sfruttare le misure incentivanti ancora in vigore ed essere sicuro di adempiere agli obblighi normativi, ti suggerisco un utile strumento per la determinazione degli incentivi, dei computi, dei quadri economici, sia in fase di progetto che in contabilità lavori, con tutta la modulistica aggiornata alle norme in continuo cambiamento: il superbonus 110 linee guida.

 

 

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