Piano di fine vita, cos’è e come redigerlo
Piano di fine vita di un’opera, demolizione selettiva e riciclo: cosa sono e come deve essere fatto il piano. Esempio pratico PDF da scaricare
I nuovi criteri ambientali minimi (CAM), introdotti dal dm 23 giugno 2022, sanciscono l’obbligo per il progettista di archiviare la documentazione tecnica riguardante l’edificio nella sua rappresentazione BIM, così da ottimizzare la gestione dell’opera e gli interventi di manutenzione. In particolare, la norma prevede che tra i documenti da archiviare ci siano:
- piano di fine vita;
- programma di monitoraggio e controllo della qualità dell’aria interna dell’edificio;
- piano di gestione e irrigazione delle aree verdi.
L’edilizia rappresenta uno dei settori a maggior impatto ambientale. I CAM mirano ad orientare i processi verso un’economia circolare attraverso l’analisi del ciclo di vita.

Schema economia circolare e economia lineare
L’innovazione apportata dai CAM riguarda la valutazione del ciclo di vita degli edifici (life cycle assessment – LCA) a monte delle scelte progettuali e dei materiali, con molteplici obiettivi:
- ridurre l’impatto ambientale degli edifici, usando le risorse in modo efficiente e circolare;
- contenere le emissioni di CO2 attraverso la realizzazione di infrastrutture verdi e l’utilizzo di materiali da costruzione organici;
- incentivare il recupero, il riciclo e il riutilizzo dei materiali anche in altri settori.
Attraverso l’analisi del ciclo di vita, l’edificio così come gli elementi in cui è possibile scomporlo (componenti, materiali) seguono diverse fasi vitali, dalla produzione all’utilizzo, fino alla gestione e alla dismissione e conseguente riutilizzo.
In questo articolo ci focalizziamo sullo stadio finale, ossia quello relativo alla demolizione della costruzione.
Al riguardo, i CAM – al paragrafo “disassemblaggio e fine vita” – stabiliscono quanto segue:
“il progetto relativo a edifici di nuova costruzione, inclusi gli interventi di demolizione e ricostruzione e ristrutturazione edilizia, deve prevedere che almeno il 70% peso/peso dei componenti edilizi e degli elementi prefabbricati utilizzati nel progetto, esclusi gli impianti, sia sottoponibile, a fine vita, a disassemblaggio o demolizione selettiva (decostruzione) per essere poi sottoposto a preparazione per il riutilizzo, riciclaggio o altre operazioni di recupero”.

Piano di demolizione – CAM
La percentuale di prodotti recuperati è calcolata come il rapporto tra il peso totale delle frazioni di materia riciclata, recuperata e sottoprodotti e il peso totale dei componenti considerati.
In questo contesto viene introdotto il piano di fine vita che rappresenta una sorta di “testamento dell’edificio”, in quanto documenta tutte le attività relative alla dismissione finale, elencando materiali, componenti edilizi e elementi prefabbricati costituenti il fabbricato in base alla futura “collocazione”, ossia recupero o demolizione, parallelamente al percorso dei rifiuti.
Piano di fine vita, cos’è
Il piano di fine vita è il documento che attesta le sorti dei materiali, componenti edilizi e elementi prefabbricati costituenti l’edificio dopo la demolizione dello stesso.
In particolare specifica per ognuno di essi il futuro utilizzo che ne potrà essere fatto, in termini di riciclo, riuso o recupero di qualsiasi altro tipo.
La direttiva 2018/851/EU del 30 maggio 2018 si esprime riguardo alle attività di costruzione e demolizione, sottolineando la necessità di incentivare la ricostruzione attraverso procedure di demolizione selettiva dei materiali e di istituire piattaforme di condivisione.
Il piano di fine vita ha lo scopo, dunque, di progettare e programmare la fase di demolizione, catalogando i materiali e, in contemporanea, i rispettivi rifiuti con la futura “destinazione” all’interno del mercato.
Il singolo componente edilizio sarà sottoposto ad un processo di decostruzione selettiva, ossia di scomposizione, al termine del quale sarà riciclato o riutilizzato, quindi, reso nuovamente disponibile per l’utilizzo con la funzione originaria o per altri fini attinenti, o impiegato con un nuovo uso.
Cos’è la demolizione selettiva?
La demolizione selettiva è una tecnica di demolizione basata su un approccio sistematico di pianificazione dello smontaggio e dei costi, con lo scopo di facilitare le operazioni di separazione dei componenti e dei materiali. Ciò consente di massimizzare il potenziale di riutilizzabilità e/o riciclabilità di componenti e materiali, ottenendo come risultato prodotti il più possibile integri, non danneggiati né contaminati dagli elementi adiacenti.
A valle della scomposizione dell’edificio in componenti semplici, si configurano due filiere:
- materiali, prodotti da costruzione – riciclo o riuso;
- rifiuti – recupero o dismissione.
Obiettivi della demolizione selettiva
La demolizione selettiva ha obiettivi chiari e sostenibili: da un lato facilita il riciclo, riuso e recupero con risultati certamente soddisfacenti, dall’altro effettua una cernita dei rifiuti, garantendo la rimozione e il trattamento sicuro delle eventuali sostanze pericolose.
Elenco EER e codici CER
I rifiuti sono identificati dall’elenco europeo dei rifiuti EER, attraverso un codice (rifiuti da costruzione e demolizione, rifiuti da demolizione stradale, rifiuti inerti da demolizione edilizia..ecc.); una volta individuati, saranno destinati ad impianti di smaltimento ai fini del recupero o della dismissione.

Tabella codici CER da EER
Come definire il piano di fine vita di un’opera: i contenuti
I contenuti del piano di fine vita si articolano in 2 stadi procedurali:
- progetto esecutivo;
- fase operativa.
Progetto esecutivo
Le finalità del progetto esecutivo sono:
- stilare l’elenco di tutti i materiali, componenti edilizi e elementi prefabbricati che possono essere riciclati o riutilizzati e la rispettiva “destinazione”;
- individuare le modalità e gli interventi di smontaggio e di demolizione, nonché i rifiuti derivanti con relativa assegnazione del codice CER;
- individuare e dimensionare gli spazi riservati ai depositi temporanei dei rifiuti, da classificazione codice CER, ovvero per categorie omogenee, prevedendo la netta separazione dei rifiuti pericolosi da quelli non pericolosi, secondo le normative applicabili e vigenti;
- definire le modalità di trasporto dei rifiuti, ovvero i fornitori autorizzati;
- prevedere l’eventuale utilizzo di impianti di smaltimento dei rifiuti, ai fini del riciclo;
- stimare le quantità di rifiuti prodotte, da destinare a discarica (non recuperabili);
- elaborare il piano di gestione dei rifiuti;
- identificare il cronoprogramma dell’intero processo di decostruzione selettiva dei materiali e smaltimento dei rifiuti, con la stima di tempi di decostruzione, smontaggio e smaltimento rifiuti;
- stimare i costi.
Fase operativa
Nella fase operativa si mette in atto quanto stabilito nel progetto esecutivo.
Durante l’esecuzione, tuttavia, possono emergere elementi di difformità che richiedono opportune azioni di intervento, per esempio a causa della presenza di rifiuti non preventivati e/o situazioni di criticità (contaminazioni, pericoli per la salute, ecc.). In tal caso, devono essere attuate procedure di messa in sicurezza e comunicazione agli enti secondo le disposizioni della disciplina vigente.
La fase operativa prevede:
- la realizzazione degli spazi da adibire a depositi temporanei dei rifiuti all’interno del cantiere;
- smontaggio e demolizione selettiva, procedure di riciclo e riuso, ri-destinazione di materiali e rifiuti;
- redazione e aggiornamento del database/elenco consuntivo dei materiali utilizzati nell’edificio.
La fase di smontaggio consiste nel primo step della demolizione selettiva ed ha il fine di scorporare il fabbricato in elementi semplici (porte, finestre, arredi, elementi prefabbricati e strutturali), che possono essere destinati direttamente al riciclo o al riuso, ed in contraddittorio individuare e separare i rifiuti.
I rifiuti saranno poi destinati ai depositi temporanei specifici oppure ad impianti di smaltimento (rifiuti pericolosi) o recupero energetico.
Entrando nel vivo del processo, la demolizione selettiva consiste in operazioni di separazione dell’elemento in frazioni omogenee, anche tramite l’utilizzo di macchinari e attrezzature, con l’obiettivo primario di massimizzare il quantitativo di materiali e rifiuti da destinare a riciclo o riuso. Anche i rifiuti, infatti, possono essere recuperati ed immessi direttamente in commercio o in un processo industriale.
Le procedure saranno, infine, certificate attraverso la redazione e l’aggiornamento di un database/elenco consuntivo dei materiali utilizzati nell’edificio, in cui, in corrispondenza del singolo materiale, sarà riportato:
- il peso complessivo di partenza;
- il peso della frazione di materia recuperata o riciclata
- la percentuale di materia recuperata o riciclata computata sul peso totale;
- il peso dei rifiuti demoliti.
Piano di fine vita, esempio PDF da scaricare
Redigere il piano di fine vita da allegare al piano di manutenzione, in ottica BIM (IFC), non è un’operazione banale; per rispondere a tutti gli adempimenti previsti dalle norme in vigore, in maniera semplice e assistita, con la possibilità di archiviare tutta la documentazione tecnica dell’edificio, ti consiglio un software per il piano manutenzione, sempre aggiornato alle ultime disposizioni normative.
Per ciascun elemento manutenibile, il software, nell’apposita casella di controllo/informazione, consente di scegliere il grado di riciclabilità dello stesso, precisamente se l’elemento è completamente riciclabile, in parte o per niente, con la possibilità di allegare l’EPD (Dichiarazione Ambientale di Prodotto), le schede tecniche e la documentazione tecnica del fabbricante con l’indicazione della quantità di materiale riciclabile e/o recuperabile.
Di seguito ti propongo, a scopo esemplificativo, un estratto PDF di piano di fine vita relativo agli infissi.

Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Fornisci il tuo contributo!