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Permesso di costruire e locatario: occorre sempre il consenso del proprietario?

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Prima del rilascio del permesso di costruire il Comune non è tenuto ad accertare ulteriormente il consenso del proprietario se già previsto nel contratto di locazione

Il locatario di un immobile può richiedere il permesso di costruire? E il Comune è tenuto ad accertarne il consenso del proprietario?

Alcuni chiarimenti in merito ci giungono dalla sentenza n. 201/2021 del Tar Campania.

Il caso

Una società locataria di un immobile commerciale adibito a ristorante a causa della crisi pandemica da Covid-19, per poter adeguare il locale alle disposizioni anticontagio, richiedeva un permesso di costruire temporaneo.

Il permesso aveva come oggetto l’utilizzo dello spazio (privato) antistante al locale con l’allestimento di una struttura provvisoria (viste le ridotte dimensioni del locale preesistente ed al fine di aumentare il numero dei coperti).

Il Comune negava il permesso a causa dell’opposizione della proprietaria del locale, ponendo come condizione al rilascio l’assenso di quest’ultima.

Il locatario riteneva che non occorresse il consenso, poiché nel contratto di locazione aveva piena disponibilità anche di quello spazio e visto che era suo onere richiedere a sue cure e spese tutte le autorizzazioni amministrative per eventuali lavori da farsi.

Occorre precisare che già in passato il locatario aveva provveduto ed ottenuto senza problemi, sulla scorta del contratto di affitto, a richiedere la medesima autorizzazione per gli stessi fini.

La questione giungeva al Tar.

La sentenza del Tar Campania

I giudici del Tar, richiamando il comma 1 dell’art. 11 (Caratteristiche del permesso di costruire) del dpr 380/2001, che recita:

Il permesso di costruire è rilasciato al proprietario dell’immobile o a chi abbia titolo per richiederlo

sottolineano che:

  • il contratto di locazione, stipulato tra le parti, espressamente prevedeva l’impegno, per il conduttore, ad ottenere a propria cura e spese tutti gli adeguamenti richiesti dalle vigenti disposizioni di legge in materia di sicurezza, nonché le autorizzazioni amministrative per i lavori da effettuarsi;
  • il dissenso all’installazione della struttura temporanea da parte della proprietaria era del tutto immotivato;
  • il Comune aveva già autorizzato in passato lo stesso tipo d’intervento, attualmente necessario (a maggior ragione) per l’adeguamento dell’attività alle disposizioni di sicurezza anti-covid.

Pertanto nel caso specifico, a parere dei togati, il Comune non avrebbe dovuto pretendere il consenso della proprietaria all’installazione della struttura in questione; né il consenso avrebbe potuto costituire ostacolo al rilascio del titolo abilitativo, poiché il conduttore aveva diritto d’eseguire sulla cosa locata addizioni non inconciliabili con l’uso così come previsto dal contratto.

Il ricorso è, quindi, accolto.

 

Clicca qui per scaricare la sentenza del Tar Campania

 

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