Nuovo Testo unico edilizia: le proposte del CNI
Verso un nuovo Testo unico edilizia: regolarizzare le piccole difformità edilizie e razionalizzare i titoli abilitativi. Ecco le proposte degli ingegneri
Dopo l’annuncio del Ministro dell’Infrastrutture Matteo Salvini davanti alla platea degli architetti di Roma, continua il lavoro di revisione del Testo unico dell’edilizia che porterà ad una riforma del dpr 380/2001 (prenderà il nome di Testo unico delle costruzioni).
Il Testo unico per l’edilizia definisce le procedure da seguire in edilizia in ambito nazionale; si tratta di una raccolta di disposizioni legislative e regolamentari relative all’attività edilizia, alla vigilanza e alle sanzioni contro gli abusi. Detta, quindi, i principi fondamentali e generali per le attività edilizie con procedure che spesso richiedono delle pratiche amministrative e burocratiche alquanto complicate ed in continuo aggiornamento. Per essere sicuro di seguirle gestendo i titoli abilitativi con modelli validi e senza incorrere in eventuali abusi o illeciti edilizi, affidati allo specifico software per compilare, gestire e archiviare i modelli unificati e standardizzati in maniera automatica, veloce e senza errori costantemente aggiornati alle norme vigenti.
Nuovo Testo unico edilizia: le proposte di revisione del CNI
Nel mese di giugno il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, CNI, ha riunito il Gruppo di Lavoro (coordinato dalla Consigliera Irene Sassetti) per analizzare la bozza di revisione del Testo Unico Edilizia e proporre possibili modifiche ed integrazioni sui principi e sugli allegati.
Nella riunione del 26 luglio scorso il CNI ha incontrato, presso il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, il coordinatore ing. Walter Lupi della Commissione relatrice per la revisione del Dpr 380/2011 e, auspicando ulteriori modifiche e semplificazioni che possano dare certezze agli operatori dell’edilizia, ha chiesto di:
- applicare il principio di sussidiarietà nei confronti della PA;
- razionalizzare i titoli abilitativi;
- regolarizzare le piccole difformità edilizie.
Lo scopo è quello di rendere più agevole e proficuo il lavoro dei professionisti e, al contempo, garantire una puntuale e snella azione di controllo da parte della Pubblica Amministrazione.
Entrando nel dettaglio.
Principio di sussidiarietà nei confronti della PA: collaborazione tra PA, Ordini e professionisti
È stato richiamato il principio di sussidiarietà nei confronti della Pubblica Amministrazione da parte degli Ordini e dei professionisti che consenta un rapporto di piena collaborazione tra loro; solo in questo modo sarà possibile ridurre i carichi di lavoro degli Uffici dei Comuni, delle Regioni e degli altri Enti coinvolti nei processi edilizi con un migliore apporto nelle funzioni di controllo nel corso del procedimento amministrativo.
Razionalizzazione dei titoli abilitativi: ricorso metodico alla conferenza dei servizi semplificata
Si auspica una razionalizzazione dei titoli abilitativi in modo da dare certezza del diritto ai professionisti e agli operatori del settore, in considerazione della profonda modifica della legislazione in tema di revisione degli interventi edilizi per la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente. In pratica, si cerca di estendere le tipologie di interventi i cui progetti possano beneficiare dei titoli edilizi non provvedimentali ed autocertificabili dai professionisti (SCIA) con il ricorso metodico alla conferenza dei servizi semplificata in caso di necessità di nulla osta da parte degli enti preposti alla tutela, con garanzia di tempi certi e perentori.
Regolarizzazione delle piccole difformità presenti in molti edifici esistenti
Prevista la revisione delle norme sulla sanatoria edilizia (articoli 36 e 37 del Dpr 380/2001). Il gruppo di lavoro del CNI ha fatto notare, infatti, che molti edifici risultano viziati da piccole difformità dai titoli edilizi legittimanti. La condizione della cosiddetta “doppia conformità” urbanistica e, ancor di più edilizia, rende nella maggior parte dei casi impossibile la regolarizzazione delle difformità, anche se prevalentemente formali. Di conseguenza, l’assenza del ripristino dello stato legittimo rende impossibile qualsiasi opera di manutenzione, ristrutturazione, miglioramento sismico ed efficientamento energetico, impedendone l’accesso agli incentivi fiscali.
Il CNI chiede, quindi, che si possa giungere ad un testo che consenta finalmente la regolarizzazione delle piccole difformità presenti in molti edifici esistenti, e quasi sempre assai risalenti nel tempo, che spesso impediscono l’accesso a incentivi fiscali e rendono difficile la commercializzazione.
Nel mese di settembre la Commissione si riunirà nuovamente al fine di raccogliere tutti i contributi e le proposte, in modo da fare sintesi; nel frattempo il CNI ha auspicato che la modifica del Dpr 380/2011, alla quale si lavora ormai ininterrottamente dal 2017, veda finalmente la luce nel più breve tempo possibile e ha sottolineato, inoltre, la necessità che il nuovo testo prenda la forma di legge e non come Dpr, per agire davvero come testo unico, abrogando in particolare il Testo Unico Edilizia il DPR n. 380/2001 (come accaduto per il nuovo Codice appalti).
In attesa, ti allego il comunicato stampa del CNI della riunione del 26 luglio 2023.
Nuovo Testo unico edilizia: l’iter della bozza di legge
Di seguito una breve sintesi dell’iter durante il quale è stata prodotta la bozza di legge del nuovo Testo unico edilizia:
- nel 2018 si è costituito il primo tavolo di lavoro composto da Ministeri, Conferenza delle Regioni e Rete delle Professioni Tecniche, con il confronto andato avanti per tutto l’anno;
- a novembre 2018 il coordinatore del tavolo ha espresso l’intenzione di dar vita ad uno strumento normativo certo e non di operare un semplice cambiamento delle norme;
- a marzo 2020 la Rete delle Professioni Tecniche ha formulato delle proposte al Ministero delle Infrastrutture, tra cui la semplificazione delle demolizioni e ricostruzioni e la riduzione del contributo di costruzione;
- a giugno 2020 il tavolo tecnico ha annunciato la messa a punto di un testo che prevedeva la riduzione dei titoli abilitativi, l’eliminazione dell’autorizzazione sismica preventiva, l’istituzione del fascicolo del fabbricato;
- a dicembre 2020 ha preso forma la ‘Disciplina delle costruzioni’, un testo composto da 140 articoli che miravano a garantire la resistenza, la stabilità, la sostenibilità e l’accessibilità delle costruzioni;
- nel 2021 è stata avviata la discussione in Parlamento;
- nel 2020 si è sovrapposto un disegno di legge delega per il riordino normativo in materia di costruzioni il cui testo a giugno 2022 era fermo in Commissione Lavori Pubblici del Senato.
Novità in arrivo con il cambio di legislatura: dopo la pubblicazione del nuovo Codice appalti, il Governo sembra intenzionato a procedere alla riscrittura anche del nuovo Testo unico dell’edilizia.
Nuovo testo unico, l’invito di Salvini in una videoconferenza
Lo scorso 7 giugno il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, durante il consiglio degli architetti di Roma e provincia annuncia in videoconferenza che il Governo ha riaperto il cantiere sulle modifiche al testo unico edilizia.
“Vi invito tra la fine di giugno e la prima metà di luglio al ministero – ha detto – perché stiamo lavorando al testo unico dell’edilizia” e aggiunge “Stiamo raccogliendo proposte, suggestioni e riflessioni”.
Una legge che dovrà chiudersi in pochi mesi, questo l’obiettivo posto.
Secondo fonti di stampa, la riscrittura della norma prevede 2 strade: la prima è orientata sul lavoro di preparazione del ddl delega, mentre dall’altro c’è l’impegno sul testo unico vero e proprio: il Consiglio superiore dei lavori pubblici ha il compito di riprendere e aggiornare il lavoro che è stato già fatto negli ultimi anni.
Videoconferenza del Ministro dell’infrastrutture e della mobilità sostenibile
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