Impianti di protezione scariche atmosferiche
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Gli impianti di protezione dalle scariche elettriche sono fondamentali per la sicurezza dei lavoratori. Manutenzione, verifiche, controlli e obblighi
Gli impianti di protezione scariche atmosferiche sono progettati per diminuire la probabilità di fulminazione di una struttura. Per svolgere al meglio la loro mansione, però, hanno bisogno di precisi accorgimenti. Devono essere sottoposti a verifica di omologazione con la dichiarazione di conformità da parte dell’installatore. Inoltre devono essere sottoposti a verifiche periodiche obbligatorie a cura del datore di lavoro, il quale deve assicurarsi di prendere le misure necessarie affinché i lavoratori siano protetti da tutti i rischi di natura elettrica connessi all’impiego di materiali elettici, compresi quelli che derivano da fulminazione diretta ed indiretta (art. 80 comma 1 lett. e) dlgs 81/08). Per la corretta valutazione del rischio scariche elettriche che sta alla base di un impianto a norma, è fondamentale utilizzare il software verifica scariche elettriche.
Che cos’è un impianto di protezione scariche atmosferiche
Un impianto di protezione scariche atmosferiche è un impianto pensato, studiato, progettato, strutturato ed infine installato, secondo precise normative di riferimento, al fine di diminuire la probabilità di fulminazione di una struttura. La valutazione del rischio scariche atmosferiche sta a monte della progettazione dei sistemi di protezione dai fulmini e da essa viene fuori la necessità di dotare l’edificio di un specifico impianto o di dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche. Ti ricordo che la valutazione rischio fulminazione deve essere effettuata in accordo con CEI EN 62305-2 (CEI 81-10/2) e CEI EN IEC 62858 (CEI 81-31) a seguito dell’abrogazione della CEI 81-30.
Valutazione del rischio ed impianti di protezione
La valutazione del rischio delle scariche atmosferiche è un processo che mira ad individuare i potenziali pericoli associati alle scariche atmosferiche (fulmini) e a valutare come tali pericoli possano abbattersi sugli edifici, sulle infrastrutture e sulle persone. Una corretta valutazione va fatta con il software valutazione rischi che ti consente di identificare i luoghi ad alto rischio e di sviluppare strategie per mitigare o gestire tali pericoli.

Esempio valutazione rischio scariche atmosferiche CerTus-LdL
La valutazione del rischio delle scariche atmosferiche è strettamente correlata agli impianti di protezione dalle scariche atmosferiche (conosciuti anche come impianti di parafulmine o impianti di messa a terra). Questi due aspetti lavorano in sinergia per garantire la sicurezza delle persone e delle strutture dalle scariche atmosferiche. Grazie ad una corretta valutazione del rischio:
- vengono identificate le strutture e le attrezzature vulnerabili. Queste informazioni sono fondamentali per determinare dove sono necessari impianti di protezione dalle scariche atmosferiche;
- si considera la probabilità di scariche atmosferiche in una determinata area e si valutano gli impatti potenziali su edifici e attrezzature. Queste informazioni aiutano a stabilire il livello di protezione necessario per mitigare gli impatti delle scariche atmosferiche;
- vengono identificate le misure di mitigazione necessarie per ridurre il pericolo. Queste misure possono includere l’installazione di sistemi di parafulmine e la messa a terra adeguata.
Per ciascun rischio considerato devono essere effettuati i seguenti passaggi:
- identificazione delle componenti RX che contribuiscono al rischio;
- calcolo della componente di rischio identificata RX;
- calcolo del rischio totale R;
- identificazione del rischio tollerabile RT;
- confronto del rischio R con quello tollerabile RT.
Se:
- R ≤ RT la protezione contro il fulmine non è necessaria;
- R > RT devono essere adottate misure di protezione al fine di rendere R ≤ RT per tutti i rischi a cui è interessato l’oggetto;
- R1 ≤ RT e non sono state adottate misure di protezione allora la struttura oggetto di verifica può considerarsi “Autoprotetta”;
- R1 ≤ RT e sono state adottate misure di protezione allora la struttura oggetto di verifica può considerarsi “Protetta”;
- R1 > RT devono essere adottate misure di protezione al fine di rendere R1 ≤ RT per tutti i rischi a cui è interessato l’oggetto poiché la struttura risulta NON protetta e rappresenta un rischio non accettabile per la sicurezza dei lavoratori (rischio di perdita di vite umane).
In definitiva, la valutazione del rischio è la base per determinare dove sono necessari gli impianti di protezione dalle scariche atmosferiche e quale debba essere il loro livello di protezione. Gli impianti di protezione agiscono quindi come una delle misure concrete per ridurre i rischi identificati nella valutazione del rischio e proteggere le persone e le strutture da potenziali danni causati da scariche atmosferiche. Grazie al software verifica scariche elettriche puoi gestire varie alternative progettuali finalizzate alla riduzione dei rischi per la struttura in esame. Puoi anche inserire il costo per ogni alternativa individuata ed avere un’analisi completa del rischio anche in termini di perdita economica.

Confronto tra alternative progettuali per la riduzione del rischio scariche elettriche Impiantus-fulmini
Impianto di protezione contro le scariche atmosferiche: la manutenzione
L’impianto di protezione contro le scariche atmosferiche deve essere sottoposto a regolare manutenzione secondo l’art. 4 del dpr 462/01. Questo è un obbligo in capo al datore di lavoro, il quale deve assicurarsi di adottare tutte le misure necessarie finalizzate a garantire sicurezza dei lavoratori in relazione ai rischi di natura elettrica connessi all’impiego di materiali, apparecchiature, impianti elettici a loro disposizione. Tra i rischi si annoverano gli impianti derivanti da fulminazione diretta ed indiretta (art. 80 dlgs 81/08 lett. e).
Secondo l’art. 2 del dpr 462/01 l’omologazione dell’impianto di protezione contro le scariche atmosferiche deve essere effettuata con la dichiarazione di conformità dell’installatore. Il datore di lavoro deve occuparsi anche di garantire regolare e corretta manutenzione ogni 5 anni (ad esclusione degli impianti installati nei cantieri, nei locali adibiti ad uso medico e negli ambienti a maggior rischio in caso di incendio per i quali la periodicità è biennale) finalizzata a garantire la corretta funzionalità dell’impianto nel tempo.
Cos’è la protezione dai fulmini
L’efficacia della protezione dai fulmini dipende dalla qualità dei componenti, dalla loro installazione, dalla manutenzione e dalle verifiche effettuate su di essa. La protezione perde la sua efficacia nel corso del tempo a causa dell’invecchiamento e dell’usura (tra cui quella dovuta al fulmine) cui sono soggette le sue parti. La protezione dei fulmini (LP – lightning protection) è realizzata attraverso:
- un sistema di protezione dai fulmini (LPS – lightning protection system);
- opportune misure di protezione contro le scariche elettriche (SPM – surge protection measures).
Il sistema di protezione dai fulmini è a sua volta articolato in:
- un eventuale LPS esterno (di solito suddiviso in captatori, calate e dispersori);
- un eventuale LPS interno.
Impianti di protezione: le verifiche
Per le verifiche il datore di lavoro si rivolge all’ASL o all’ARPA o ad eventuali organismi individuati dal Ministero delle attività produttive, sulla base di criteri stabiliti dalla normativa tecnica europea UNI CEI (art. 4 comma 2 dpr 462/01). Le verifiche devono essere predisposte a scadenze regolari, per garantire allo Stato che il datore di lavoro stia effettuando tutto il necessario per la protezione dai fulmini. Le verifiche che si possono svolgere su un impianto di protezione contro le scariche elettriche sono diverse:
- l’installatore effettua una verifica prima di rilasciare la dichiarazione di conformità allo stato dell’arte ai sensi del dm 37/08;
- dopo l’installazione il proprietario dell’impianto può scegliere di far effettuare ad una persona competente di sua fiducia una verifica di collaudo per controllare la conformità dell’installazione al progetto;
- l’Inail effettua la verifica iniziale a campione di cui all’art. 3 del dpr 462/01;
- il datore di lavoro richiede ai soggetti individuati nell’ambito di applicazione del dpr 462/01 le verifiche periodiche di cui all’art. 4 dello stesso decreto;
- eventuali verifiche straordinarie di cui all’art. 7 del dpr 462/01;
- il datore di lavoro provvede alla verifica di controllo periodiche sugli impianti di protezione contro le scariche atmosferiche al fine di verificarne lo stato di conservazione e di efficienza per la sicurezza (dlgs., art. 86, comma 1).
Ogni verifica è divisa in:
- esame della documentazione;
- esame sul campo (ordinario o approfondito).
Esame della documentazione
Viene eseguita una valutazione dei documenti tecnici per verificare la loro conformità alle normative e la coerenza con le supposizioni adottate, che potrebbero essere inaccurate o obsolete a causa di modifiche nella struttura e/o nei contenuti, nonché nei sistemi e nel loro utilizzo.
Esame sul campo
Un esame condotto in loco dopo aver esaminato la documentazione. Questa può essere un’ispezione di routine (ordinario) o un’ispezione più approfondita (approfondito).
Esame ordinario
Un’ispezione condotta senza l’uso di attrezzi o attrezzature d’accesso, mirata a individuare eventuali difetti visibili nei componenti (ad esempio, ancoraggi mancanti, connessioni interrotte, involucri danneggiati, discrepanze nei dati di targa, ecc.). È anche conosciuta come ispezione visiva. L’ispezione di routine è parte dell’intero processo di verifica (che include anche la revisione della documentazione).
Esame approfondito
Un’analisi condotta in aggiunta a un’ispezione di routine. Serve per identificare difetti (ad esempio, connessioni incomplete, morsetti allentati, ecc.) che di solito diventano evidenti solo accedendo ai componenti con l’aiuto di attrezzi (come strumenti, utensili e scale) e/o mediante misurazioni o prove. L’ispezione approfondita è parte del processo di verifica (che include anche la revisione della documentazione).
I controlli
L’art. 86 del dlgs 81/08 ha introdotto un altro regime di controllo degli impianti elettrici e degli impianti di protezione contro le scariche atmosferiche a carico del datore di lavoro. Il termine “controllo” non è casuale, viene utilizzato per distinguere questi interventi dalle verifiche condotte ai sensi del dpr 462/01. Tali controlli sono finalizzati all’individuazione di eventuali guasti che minano la sicurezza, provocati dall’uso e dall’usura degli impianti stessi (art. 86 del dlgs 81/08).
I controlli devono essere effettuati da persone qualificate e competenti nei lavori di verifica degli impianti elettrici e degli impianti di protezione contro le scariche atmosferiche. Il datore di lavoro può incaricare di tali verifiche sia personale interno che personale esterno.
È bene eseguire i controlli:
- dopo modifiche o riparazioni;
- quando un fulmine colpisce la struttura, le linee entranti o le loro vicinanze;
- ad intervalli di tempo correlati alle caratteristiche della struttura da proteggere. Possono essere determinati sulla base di alcuni fattori:
- possibili effetti di danno caratteristici della struttura protetta;
- condizioni ambientali (ad esempio ambienti con atmosfere corrosive richiedono intervalli di verifica più brevi);
- caratteristiche della protezione dai fulmini, dei componenti e dei materiali.

Intervallo di tempo tra due verifiche successive di un LPS
I livelli di protezione contro i fulmini
I livelli di protezione servono a definire il fulmine come fonte di interferenza, sono 4 ed hanno probabilità di protezione decrescente dal primo al quarto. Più nello specifico il livello di protezione è l’insieme di valori dei parametri della corrente del fulmine che definisce il fulmine come sorgente di danno. I livelli di protezione non sono altro che i valori delle correnti di fulmine (con le specifiche proprietà) per cui occorre dimensionare le misure di protezione: le misure di protezione sono dimensionate in funzione del livello di protezione scelto.
Ogni livello di protezione contro i fulmini richiede una serie di:
- valori massimi: criteri di dimensionamento utili per la progettazione dei componenti di protezione contro i fulmini in modo tale da rispondere ai requisiti previsti;
- valori minimi: criteri di intercettazione necessari a determinare le zone sufficientemente protette contro fulmini diretti.
Impianti di terra e di protezione contro le scariche atmosferiche
Il dpr 462/2001 norma le verifica degli impianti di messa a terra nelle attività lavorative. Il sistema di messa a terra è una componente essenziale dell’impianto elettrico, responsabile di prevenire situazioni pericolose in caso di guasti nel sistema elettrico. Questo sistema comprende diversi elementi fondamentali, come i dispositivi di dispersione, che sono rappresentati da picchetti o simili, i conduttori di protezione (comunemente noti come cavi giallo-verdi presenti nelle prese di corrente) e, in particolare, il dispositivo di rilevamento differenziale, comunemente chiamato “salvavita”.
L’efficacia complessiva di questi 3 componenti, insieme alla loro manutenzione regolare, costituisce un sistema di protezione utile per le persone che utilizzano l’impianto elettrico. Senza questi elementi, anche un semplice guasto potrebbe avere conseguenze gravi, mettendo a rischio la vita di chiunque entri in contatto accidentale con parti metalliche dell’impianto elettrico.
In questa ottica la verifica periodica è obbligatoria secondo il dpr 462/01 e non è da confondere con la normale manutenzione periodica degli impianti elettrici, sancita dal dlgs 81/08 ed eseguibile da un semplice elettricista.

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