Il Consiglio dei Ministri dello scorso 10 febbraio 2006 ha varato il “Codice dell’Ambiente”
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Il Codice dell’Ambiente, varato dal Consiglio dei Ministri dello scorso 10 febbraio, è un  Decreto Legislativo che si compone di 318 articoli e 45 allegati.
Il Codice dell’Ambiente, varato dal Consiglio dei Ministri dello scorso 10 febbraio, è un Decreto Legislativo che si compone di 318 articoli e 45 allegati.
Il provvedimento approvato, secondo il ministro dell’Ambiente Matteoli, semplifica, razionalizza e riordina la normativa ambientale esistente in sei settori: rifiuti e bonifiche, acqua, difesa del suolo, inquinamento atmosferico, procedure ambientali e danno ambientale.
Il Codice dell’Ambiente recepisce otto direttive comunitarie, abroga cinque leggi, quattro decreti del Presidente della Repubblica, tre Decreti del Presidente del Consiglio dei ministri e otto decreti ministeriali.
Esso interviene, tra l’altro, sulla valutazioni di impatto ambientale (Via), sulla valutazione ambientale strategica (Vas) e sull’Ippc (Prevenzione e riduzione integrale dell’inquinamento) recependo integralmente quattro direttive comunitarie.
Il Codice inoltre riordina e coordina la normativa su difesa del suolo, lotta alla desertificazione, tutela delle acque e gestione delle risorse.
Recepisce, fra le altre, la direttiva 2000/60/Ce in materia di acque che prevede l’istituzione di Autorità di bacino distrettuali e la definizione dei distretti idrografici, che sono stati definiti in sette:
Il provvedimento approvato, secondo il ministro dell’Ambiente Matteoli, semplifica, razionalizza e riordina la normativa ambientale esistente in sei settori: rifiuti e bonifiche, acqua, difesa del suolo, inquinamento atmosferico, procedure ambientali e danno ambientale.
Il Codice dell’Ambiente recepisce otto direttive comunitarie, abroga cinque leggi, quattro decreti del Presidente della Repubblica, tre Decreti del Presidente del Consiglio dei ministri e otto decreti ministeriali.
Esso interviene, tra l’altro, sulla valutazioni di impatto ambientale (Via), sulla valutazione ambientale strategica (Vas) e sull’Ippc (Prevenzione e riduzione integrale dell’inquinamento) recependo integralmente quattro direttive comunitarie.
Il Codice inoltre riordina e coordina la normativa su difesa del suolo, lotta alla desertificazione, tutela delle acque e gestione delle risorse.
Recepisce, fra le altre, la direttiva 2000/60/Ce in materia di acque che prevede l’istituzione di Autorità di bacino distrettuali e la definizione dei distretti idrografici, che sono stati definiti in sette:
- distretto delle Alpi orientali, che comprende i bacini dell’Adige e dell’Alto Adriatico;
- distretto Padano, che segue la geografica dell’attuale Autorità di bacino del Po;
- distretto dell’Appennino settentrionale, che comprende il bacino dell’Arno, della Liguria, i bacini meridionali dell’Emilia e quelli settentrionali delle Marche;
- distretto Appennino centrale, che include il bacino del Tevere, quelli delle Marche meridionali, dell’Umbria e dell’Abruzzo;
- distretto dell’Appennino meridionale, che include anche tutti i bacini dell’Italia meridionale;
- distretto idrografico della Sicilia;
- distretto idrografico della Sardegna.
In materia di rifiuti e bonifiche vengono ridefinite le priorità nella gestione dei rifiuti in conformità con la normativa Ue, è istituita un’Autorità delle acque e dei rifiuti e riconosciuto il ruolo delle Province in materia di rifiuti.
Documento | Dimensione | Formato |
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Codice dell’Ambiente | 1,71 Mb | ![]() |
Codice dell’Ambiente – Allegati | 1,91 Mb | ![]() |

Indirizzo articolo: https://biblus.acca.it/il-consiglio-dei-ministri-dello-scorso-10-febbraio-2006-ha-varato-il-codice-dell-ambiente/
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