La legge di bilancio 2023 introduce importanti novità per i professionisti: flat tax al 15%, stop all’obbligo di POS e prestazioni occasionali fino a 10.000 euro
Con cadenza annuale arrivano gioie, timori ed incertezze legate alla consueta legge di bilancio da approvare entro fine anno. Nella bozza del ddl 2023 approvato nel quinto consiglio dei ministri di lunedì 21 novembre 2023 si evidenziano importanti novità per i professionisti e non solo.
In prima analisi, famiglie ed imprese costituiscono l’obiettivo principale a cui è rivolto lo stanziamento dei 2/3 del valore complessivo della manovra finanziaria per far fronte al caro energia.
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Flat tax: facciamo un salto nel passato per rinfrescare la storia di questa “tassa piatta”.
L’idea di una tassa piatta fu proposta nel 1994 dal governo Berlusconi, ma soltanto nel 2004 si iniziano ad intravedere i primi risultati con l’entrata in vigore dell’Ires (imposta sul reddito delle società).
In realtà la Costituzione prevede all’art. 53 che:
Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.
Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.
La flat tax viene definita come una tassa piatta che sostituisce gli scaglioni IRPEF. Il nuovo tema è tornato alla ribalta dopo la vittoria del centro destra e riguarderebbe una tassazione fiscale unica per tutti i soggetti sotto una determinata soglia di reddito, basato su un’aliquota fissa, al netto di eventuali deduzioni fiscali o detrazioni.
La flat tax trova il suo spazio nel disegno di legge di bilancio 2023 (ancora non approvata) con l’art 12; tale disposizione prevede che i contribuenti persone fisiche esercenti attività d’impresa, arti o professioni, diversi da quelli che applicano il regime forfetario, potranno applicare in sede di dichiarazione dei redditi 2024, in luogo delle aliquote per scaglioni di reddito stabilite dall’articolo 11 del TUIR, un’imposta sostitutiva dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e relative addizionali, calcolata applicando un’aliquota del 15% su:
Ricordiamo che la legge di stabilità del 2015 introdusse il regime forfetario destinato agli operatori economici di ridotte dimensioni. Tale regime prevede rilevanti semplificazioni ai fini IVA e ai fini contabili consentendo, altresì, la determinazione forfetaria del reddito da assoggettare a un’unica imposta in sostituzione di quelle ordinariamente previste, nonché di accedere ad un regime contributivo opzionale per le imprese.
Il nuovo disegno di legge di bilancio 2023 approvato solo in consiglio dei ministri innalza tale soglia, portandola da 65.000 a 85.000 euro. Inoltre, si prevede che il regime forfetario cessa di avere applicazione dall’anno stesso in cui i ricavi o i compensi percepiti sono superiori a 100.000 euro.
Modificata la disciplina in merito alle prestazioni occasionali: il limite di 5.000 euro viene innalzato a 10.000 euro (modificato l’articolo 54 bis, comma 1, lettera b, del dl n. 50/2017).
Il ddl prevede l’abolizione dell’obbligo del POS per i pagamenti sotto i 60 euro. In sostanza sé tale legge verrà approvata, i negozianti potranno rifiutare i pagamenti di piccoli importi.
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