Equo compenso Lazio

Equo compenso: no alle prestazioni gratuite nel Lazio

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Equo compenso, anche il Lazio prende provvedimenti in materia di spettanze professionali. Vessatorie le clausole che prevedono prestazioni gratuite

Con le delibere della giunta regionale n. 12 e n. 19/2019, il Lazio si allinea ai provvedimenti in materia di equo compenso e spettanze professionali adottati dalle Regioni.

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Le delibera delle giunta regionale Lazio

Delibera n. 12/2019

Il 15 gennaio 2019 è stata sottoposta all’esame della giunta regionale la proposta di delibera che mirava a dare concreta attuazione al Decreto Fiscale (dl n. 148/2017), convertito dalla Legge n. 172/2017, il cui art.19 ha esteso il principio, definito dell’equo compenso, alle prestazioni rese da tutti i professionisti, prevedendo che:

la pubblica amministrazione, in attuazione dei principi di trasparenza, buon andamento ed efficacia delle proprie attività, garantisce il principio dell’equo compenso in relazione alle prestazioni rese dai professionisti

Con la delibera del Lazio agli Uffici regionali ed agli Enti dipendenti della Regione vengono dati indirizzi in materia di procedure di acquisizione di servizi professionali:

  1. i compensi sono determinati nel rispetto della Legge n. 172/2017, che fa riferimento, per la valutazione dell’equità del compenso pattuito, ai decreti ministeriali che fissano i parametri da utilizzare nella liquidazione dei compensi da parte degli organi giurisdizionali.
  2. nella impostazione degli atti delle procedure concorsuali di individuazione del contraente i compensi di cui alla lettera a) sono utilizzati quale criterio o base di riferimento per determinare l’importo a base di gara, avendo l’accortezza di utilizzare, nei relativi avvisi pubblici, formule che scoraggino i ribassi eccessivi; deve inoltre essere evitata la fissazione di criteri di valutazione delle offerte potenzialmente idonei ad alterare l’equilibrio tra le prestazioni professionali da effettuare e il compenso stabilito, quale, ad esempio, la prestazione di servizi aggiuntivi a titolo gratuito.
  3. nella predisposizione del contratto deve essere evitato l’inserimento di clausole “vessatorie”, come configurate dall’art. 13 bis della Legge 31 dicembre 2012, n. 247 (Nuova disciplina dell’ordinamento della professione forense).

Secondo la delibera regionale laziale vengono quindi definite vessatorie, fra le altre, quelle clausole del contratto di prestazione d’opera che consentono al committente di pretendere prestazioni aggiuntive a titolo gratuito.

La ratio della proposta è quella di estendere indistintamente a tutti i professionisti, che prestino le proprie attività in favore della regione Lazio, la disciplina dell’equo compenso.

Tuttavia nel testo  sottoposto materialmente all’attenzione della Giunta è stata inavvertitamente inserita, come mero refuso editoriale, una limitazione, nel senso di restringere ai soli avvocati la suddetta disciplina, ed in tal modo la deliberazione n. 12 è stata approvata.

Delibera n. 19/2019

La giunta regionale ritenuto dover rettificare la citata deliberazione n. 12 del 15 gennaio 2019, nel senso di eliminare in ogni sua parte la predetta limitazione, sopprimendo in particolare nell’oggetto e nel punto 1 del dispositivo la parola “forensi” ha adottato la delibera del 22 gennaio n. 19/2019.

Pertanto la seconda delibera, pubblicata sul bollettino Ufficiale della Regione Lazio n.11/2019, è una rettifica della delibera n.12 che estende a tutti i professionisti la disciplina dell’equo compenso.

Leggi regionali sull’equo compenso

Ricordiamo, a tal riguardo, che negli ultimi mesi molte Regioni hanno legiferato in materia, al fine di ottenere compensi professionali proporzionati al lavoro, quali:

 

Clicca qui per scaricare le delibere della Regione Lazio

 

compensus
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