Equo compenso bocciato dall’Antitrust: è anticoncorrenziale!
Equo compenso, l’Antitrust boccia l’emendamento inserito nel decreto fiscale: le tariffe professionali fisse e minime costituirebbero una grave restrizione della concorrenza
È di pochi giorni fa la notizia dell’ok della Commissione Bilancio al Senato all’emendamento, a firma Sacconi, al dl fiscale (148/2017), che reintroduceva l’equo compenso (art. 19-bis) per i professionisti iscritti agli ordini professionali.
Neanche il tempo di esultare, però, che l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, nel provvedimento del 27 novembre 2017, ha bocciato la suddetta norma.
Le motivazioni di tale bocciatura sono da ricercare nella natura anticoncorrenziale dell’equo compenso che, reintroducendo di fatto i minimi tariffari, ostacolerebbe la concorrenza di prezzo tra professionisti nelle relazioni commerciali con i clienti.
Il parere dell’Antitrust
Di seguito proponiamo un sunto del parere negativo dell’Autorità:
... La norma, nella misura in cui collega l’equità del compenso ai paramenti tariffari contenuti nei decreti anzidetti, reintroduce di fatto i minimi tariffari, con l’effetto di ostacolare la concorrenza di prezzo tra professionisti nelle relazioni commerciali con tali tipologie di clienti…
…Se da un lato è vero, infatti, che verrebbe introdotta una nullità di protezione, azionabile esclusivamente dal professionista, dall’altro è altamente improbabile che i clienti accettino la fissazione di un compenso a livelli inferiori assumendosi, così, il rischio di vedersi contestare in corso d’opera o anche successivamente il mancato rispetto del principio dell’equità…
…Il descritto intervento normativo, ove attuato nei termini proposti, determinerebbe quindi un’ingiustificata inversione di tendenza rispetto all’importante ed impegnativo processo di liberalizzazione delle professioni, in atto da oltre un decennio e a favore del quale l’Autorità si è costantemente pronunciata…
…l’effettiva presenza di una concorrenza di prezzo nei servizi professionali non può in alcun modo essere collegata ad una dequalificazione della professione, giacché, come più volte ricordato dall’Autorità, è invece la sicurezza offerta dalla protezione di una tariffa fissa o minima a disincentivare l’erogazione di una prestazione adeguata e a garantire ai professionisti già affermati sul mercato di godere di una rendita di posizione determinando la fuoriuscita dal mercato di colleghi più giovani in grado di offrire, all’inizio, un prezzo più basso…
…Eventuali criticità connesse alla presenza di fruitori di servizi professionali con elevato potere di domanda non vanno certamente affrontate attraverso la fissazione di un prezzo minimo per l’erogazione dei predetti servizi, che avrebbe l’unico effetto di alterare il corretto funzionamento delle dinamiche di mercato e l’efficiente allocazione delle risorse, ostacolando di fatto lo spontaneo adattamento di domanda e offerta…
La risposta del CNI
Il Presidente del Consiglio Nazionale Ingegneri, Zambrano, ha rilasciato questa breve dichiarazione sull’argomento:
Ci stiamo battendo per ottenere il riconoscimento di un diritto e stavolta la politica è stata ad ascoltarci. L’Antitrust ci ha dato una bacchettata, sostenendo che l’equo compenso viola la libera concorrenza. Noi diciamo che una libera concorrenza senza regole penalizza i professionisti, soprattutto quelli giovani
Ricordiamo che l’Antitrust ha la possibilità di esprimere pareri sulle norme che regolano il mercato, segnalando al Parlamento, al Governo e ad enti territoriali le situazioni distorsive della concorrenza.
Sta ora al Governo decidere se tenere conto o no del parere dell’Antitrust, che ricordiamo è di natura non vincolante.

come al solito tanta morale e poca pratica.
i tribunali per decidere qual è l’equo compenso usano tariffari loro interni. per loro va bene e per i professionisti no? chi è illegittimo in questo caso?
Mi chiedo in quale pianeta vivano gli emeriti componenti dell’Antitrust in 10 anni il mestiere di architetto è stato massacrato migliaia di professionisti sono in rovina e non sono certo i giovani a trarre giovamento
Mi pare che per l’ennesima volta gli intelligentoni dell’Antitrust hanno dimostrato di non capire nulla. Ricordo che l’Europa infatti non ha mai chiesto di eliminare le tariffe, solo l’Italia ha pensato che ce lo chiedesse. Complimenti.
Bisogna arrendersi all’evidenza…pochi anni e la libera professione non esisterà più. Bisogna immaginare altre forme per svolgere le attività intellettuali e artistiche. Siamo in una fase di passaggio, forse bisognerebbe non arroccarsi al passato e pensare in modo diverso. E se sparissero le partite IVA? I professionisti tutti a carico dello stato con stipendi fissi e adeguati? Perché no.