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Consumo involontario riscaldamento

Consumo involontario di riscaldamento: cos’è e come si calcola

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Il consumo involontario di riscaldamento è la quota di energia termica utile riferita alle dispersioni dell’impianto termico e non all’azione del singolo utente

Nei sistemi di riscaldamento centralizzato all’interno di condomini o edifici residenziali il consumo involontario rappresenta una componente significativa delle spese energetiche complessive. Questo consumo è denominato involontario per la sua indipendenza dal comportamento specifico di ciascuna unità immobiliare e deriva principalmente dalle dispersioni di calore nell’impianto. Questa tipologia di spesa viene, spesso, identificata come costo fisso poiché rimane sostanzialmente invariata, indipendentemente dalla quantità effettiva di energia utilizzata da ciascun condòmino.

In molti condomini, soprattutto quelli caratterizzati da un utilizzo discontinuo o saltuario, la ripartizione delle spese può risultare complessa. Per suddividere in modo equo le spese tra i condomini, considerando le peculiarità dell’edificio e l’effettivo utilizzo dell’impianto, puoi usare gratuitamente per 30 giorni il software contabilizzazione calore.

Cos’è il consumo involontario?

Il consumo involontario rappresenta il costo derivante dalla dispersione di calore in un sistema di riscaldamento centralizzato. Questa categoria di spese viene definita involontaria in quanto non è associata al consumo energetico specifico di ciascuna singola unità immobiliare.

UNI 10200: consumo volontario e involontario

La UNI 10200 definisce la metodologia di calcolo per la determinazione dei consumi di energia termica utile dell’edificio, destinata alla climatizzazione invernale e alla produzione di acqua calda sanitaria. Inoltre, essa stabilisce linee guida chiare per la determinazione della spesa complessiva, la suddivisione delle spese tra i condomini e il calcolo dei millesimi relativi al fabbisogno di energia termica delle singole unità immobiliari all’interno del condominio.

La UNI 10200 delinea 2 categorie di consumo energetico:

  • consumo volontario: rappresenta l’energia termica estratta dal sistema di riscaldamento da parte dell’utente, in risposta alle sue azioni di regolazione. Questo tipo di consumo avviene quando l’utente attiva i dispositivi di controllo del riscaldamento, come le valvole termostatiche o il termostato dell’ambiente, per ottenere il livello desiderato di calore all’interno della propria unità immobiliare. Il calore prelevato in modo volontario è direttamente misurabile tramite dispositivi di contabilizzazione specifici, come i termocontabilizzatori o i contatori di calore, che registrano l’energia termica utilizzata per il riscaldamento;
  • consumo involontario: rappresenta l’energia termica che non è stata estratta intenzionalmente dall’utente, ma che si disperde dalle reti di distribuzione dell’impianto di riscaldamento centralizzato, del raffrescamento e dell’acqua calda sanitaria. Questo tipo di consumo non è direttamente misurabile mediante dispositivi di contabilizzazione, poiché non è influenzato dalle azioni degli utenti. Le perdite energetiche involontarie derivano dalla conduzione termica delle tubazioni, delle colonne montanti e dei componenti dell’impianto, che provocano dispersioni di calore all’interno dell’edificio. La quantità di calore prelevato in modo involontario è determinata analiticamente, utilizzando parametri specifici e le regole stabilite dalla normativa di riferimento.

Calcolo quota consumo involontario riscaldamento

Il calcolo dei consumi involontari può essere eseguito mediante 2 approcci:

  • calcolo analitico;
  • calcolo semplificato.

Calcolo analitico

Il calcolo analitico prevede un’analisi dettagliata delle dispersioni termiche nell’impianto di riscaldamento centralizzato. Le dispersioni delle colonne montanti e delle tubazioni vengono determinate attraverso un calcolo termotecnico completo. Questo approccio richiede solitamente l’intervento di un professionista qualificato in grado di valutare con precisione le perdite di calore in base alle caratteristiche specifiche dell’impianto, alle dimensioni dell’edificio e a vari altri parametri tecnici. Una volta ottenuti i dati accurati sulle dispersioni termiche, è possibile calcolare con precisione il consumo involontario complessivo.

Il calcolo viene eseguito seguendo l’appendice A della UNI TS 11300.

Calcolo semplificato

Al calcolo semplificato si può optare nel caso in cui non sia possibile eseguire una valutazione dettagliata delle dispersioni termiche o in situazioni in cui si desidera una stima approssimativa dei consumi involontari. Questo approccio si basa su un valore predeterminato, noto come coefficiente, che tiene conto della tipologia dell’impianto di riscaldamento. Questo coefficiente viene quindi moltiplicato per il fabbisogno ideale di energia termica utile dell’edificio. Benché meno preciso rispetto al calcolo analitico, questo metodo fornisce una stima apprezzabile dei consumi involontari e può essere utile quando si desidera una valutazione più rapida e meno dettagliata.

In entrambi i casi, il calcolo dei consumi involontari è essenziale per determinare come ripartire equamente le spese relative all’impianto di riscaldamento centralizzato tra i condomini. Con una comprensione accurata dei consumi involontari, è possibile garantire una distribuzione delle spese più giusta e una maggiore efficienza energetica complessiva nell’edificio.

consumo involontario

Frazione del consumo involontario – TerMus-CRT

I consumi involontari, una volta determinati, vengono ripartiti utilizzando le tabelle millesimali. La realizzazione delle tabelle millesimali costituisce un processo che richiede precisione, indipendentemente dalle dimensioni dell’edificio condominiale. Con il software contabilizzazione calore puoi ottenere la tabella millesimale (di potenza o di fabbisogno) e stimare il consumo involontario in modo semplificato o analitico.

Come viene calcolato il consumo involontario?

Nel contesto della contabilizzazione indiretta dell’energia termica (che coinvolge l’utilizzo di ripartitori installati su tutti i radiatori delle diverse unità immobiliari nel condominio), il calcolo del consumo involontario totale (indicato come Qinv) non può essere effettuato per differenza, come avviene nella contabilizzazione diretta (dove sono presenti contatori di calore all’ingresso di ciascuna unità immobiliare). Invece, il consumo involontario totale deve essere stimato in anticipo come una frazione dell’energia termica totale prodotta dalla centrale termica e immessa nella rete.

Questa stima può essere rappresentata dalla seguente relazione:

Qinv = Qtot · finv

dove:

  • Qtot è il consumo energetico totale in kilowattora [kWh];
  • finv è il coefficiente che indica la frazione del consumo totale da attribuire alla componente involontaria.

La frazione del consumo involontario nell’impianto termico non è più un valore fisso, ma dipende dal grado di utilizzo dell’edificio, misurato attraverso il cosiddetto fattore d’uso (fuso). Quanto minore è il grado di utilizzo, tanto maggiore sarà l’incidenza della componente involontaria nei consumi complessivi.

Il fattore d’uso dell’edificio è definito come il rapporto tra il consumo totale effettivo registrato durante la stagione di riferimento (Qtot) e il fabbisogno teorico all’ingresso del sistema di distribuzione (Qdis,in), calcolato in condizioni standard di utilizzo dell’edificio:

fuso = Qtot / Qdis,in

Il calcolo del fattore d’uso deve essere eseguito annualmente per valutare in modo accurato la componente finv e tenerla in considerazione nella ripartizione delle spese.

Il volare del fattore d’uso definisce 2 possibili scenari:

  • edifici normalmente utilizzati (pieno utilizzo);
  • edifici a utilizzazione discontinua o saltuaria.

Quando il fattore d’uso supera 0,8 (fuso > 0,8) ci troviamo in edifici con un utilizzo regolare e continuo.
La frazione finv in questo caso viene impostata al valore di pieno utilizzo (f*inv), che può essere determinato in due modi:

  • in modo analitico, calcolando il rapporto tra le perdite totali della distribuzione (Qdis,ls) e il fabbisogno all’ingresso del sistema di distribuzione (Qdis,in): f*inv = Qdis,ls / Qdis,in
  • in modo semplificato, utilizzando i valori tabulati presenti nella normativa.

La correzione del fattore finv in base al fattore d’uso segue una relazione lineare, ipotizzando che esista una dipendenza tra di essi. L’equazione è la seguente:

finv = 1- [(1 – f*inv) / 0,8] · fuso

dove:

f*inv rappresenta la frazione del consumo involontario a piena utilizzazione (può essere ricavata da una tabella o da un calcolo analitico).

L’andamento della frazione finv in relazione al fattore d’uso è graficamente illustrato nella figura seguente. In particolare, si nota che l’incidenza della componente involontaria tende ad aumentare quando il fattore d’uso diminuisce.

andamento della frazione in relazione al fattore d'uso

Andamento della frazione del consumo involontario in relazione al fattore d’uso

Chi rinuncia all’uso del riscaldamento centralizzato deve pagare il consumo involontario?

Il condomino ha la possibilità di decidere di non utilizzare l’impianto centralizzato di riscaldamento, a condizione che questa decisione non comporti significativi disfunzionamenti o oneri aggiuntivi per gli altri condomini. Questa disposizione è stabilita nell’articolo 1118 del Codice Civile al quarto comma. L’interpretazione di questa norma suggerisce che i condomini che hanno effettuato il distacco, oltre a continuare a partecipare alle spese di manutenzione e adeguamento dell’impianto, sono tenuti anche a contribuire alle spese per i consumi involontari. Questa misura è finalizzata a evitare che la decisione di distacco da parte di alcuni condomini possa comportare un aumento dei costi per gli altri.

 

termus-crt
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